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Christian Eriksen, parla il cardiologo: "Difficile che torni a giocare, cosa l'ha colpito su quel campo"

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Lo shock iniziale è ormai stato superato. Christian Eriksen ora sta bene, è sorridente e non vede l'ora di poter guardare il big match della Danimarca contro il Belgio in programma mercoledì 16 giugno 2021 al Parken Stadion di Copenhagen, proprio quello in cui il numero 10 danese ha lottato sabato scorso tra la vita e la morte. "Com'è possibile che un calciatore sottoposto a innumerevoli controlli venga colpito da un arresto cardiaco? - si domanda Lucio Mos, presidente della Società Italiana di Cardiologia Sport, che a Radio Punto Nuovo ha parlato dei probabili prossimi passi della carriera di Eriksen.

 

 

"Ci sono cose che possono sfuggire persino ai controlli più accurati, anche perché le visite avvengono periodicamente, quindi un problema di questo tipo può insorgere tra un controllo e un altro", spiega Mos. Secondo l'esperto, l'episodio di sabato scorso potrebbe precludere per sempre a Eriksen di tornare sul rettangolo verde, almeno per quanto riguarda la Serie A: "La regolamentazione italiana è la più severa del mondo ed è questo il motivo per cui il numero di morti improvvise durante l'attività fisica è più basso rispetto agli altri Stati. Il caso di Eriksen? Risulta che è stato defibrillato, quindi bisogna andare a capire le cause che hanno portato all'arresto cardiaco". 

 

 

"Il mio punto di vista? Ha avuto un'aritmia, ma non posso sapere le motivazioni che l'hanno provocata. Può esserci stata una miocardite, ma si tratta solo di congetture", sottolinea Mos e spende poi alcune parole sulla prontezza di capitan Simon Kjaer: "L’intervento di Kjær? È stato prontissimo nel mettere Eriksen in posizione laterale, in modo da tirargli fuori la lingua. Già 15 anni fa la nostra Società ha iniziato dei corsi di formazione, che, a mio avviso, andrebbero resi obbligatori a partire dalle scuole superiori. Eriksen tornerà a giocare? Con la legislazione italiana dubito che potrà scendere in campo in futuro in Italia. I protocolli attuali sono rigidi, quindi non proporremo alla FIGC alcuna modifica a quello attuale. Andrebbero cambiati quelli europei, che sono più larghi rispetto ai nostri". 

 

 

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