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Euro 2020, Fabrizio Biasin: le parole di Chiellini e il presagio, ma siamo ancora vivi. Questa è l'Italia di tutti

Fabrizio Biasin
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Nel pre -partita della sfida di Wembley con l'Austria, Chiellini dice «combatteremo il nazismo» e si capisce che c'è qualcosa che non va, che non sarà semplice, che quantomeno dovremo tornare a scuola. E, insomma, è stata dura, ma abbiamo vinto grazie al gruppo e siamo ai quarti dell'Europeo. Torneremo in campo venerdì, ma intanto prendiamo fiato, ché l'Austria ci ha fatto sudare. Si parte e gli austriaci sembrano strafatti di RedBull, hanno le ali, sono cattivi come iene. E infatti ci picchiano. E infatti Arnautovic si becca un giallo dopo una manciata di secondi. 

 

E infatti ci pressano come forsennati. Era prevedibile, va detto. Il ritmo è elevato, pure troppo. Barella crea la prima vera occasione: è il 17' e un suo tiro dal limite crea non pochi problemi a Bachmann, bravo a smanacciare. Gli austriaci si spaventano e abbassano il baricentro. Eccola lì la partita che ci immaginavamo: loro a fare le barricate, noi a cercare pertugi. Ci proviamo con Immobile: al 33' fa partire uno scaldabagno da 25 metri, palo pieno a portiere stra-battuto. Che iella. L'Austria ora è parecchio spaventata, si affida al neo -madridista Alaba, giocatore dalla classe superiore, per il resto rincula che è un piacere. Ma, dicevamo, non è la solita partita agile, di quelle che ti fanno stare tranquillo e, infatti, lo vedi che Mancini non ha il solito aplomb. Finisce il primo tempo, si va a bere il té, del resto siamo a Londra. 

Si ricomincia con gli stessi 11 ma la rumba non cambia e, anzi, gli austriaci prendono coraggio. A un bel punto (50') Di Lorenzo fa fallo al limite e rimedia un giallo, Barella protesta e prende un giallo pure lui, Alaba calcia dal limite e ci grazia. No, non ci siamo. Siamo imprecisi. E brutti da vedere. E nevrotici. E loro invece crescono in consapevolezza. E al 63' vanno a un passo dal vantaggio con un tiro di Sabitzer e subito dopo di Arnautovic. E noi siamo quelli che non perdono da 30 partite ma, davvero, non sembra. Mancini decide che è il caso di mescolare la minestra, ma non fa in tempo: al 65' Alaba offre un assist di capoccia per Arnautovic, Donnarumma resta a guardare: 1-0 per loro. Anzi no! È in fuorigioco millimetrico: grazie var. 

 

Eccoli i cambi, entrano Locatelli e Pessina (al posto di Verratti e Barella) e proprio Pessina a un bel punto commette fallo da rigore. Anzi no! C'è fuorigioco. Eccolo il migliore in campo per l'Italia: il var. Entrano Chiesa e Belotti, proviamo a dare la scossa ma non c'è niente da fare. Si va ai supplementari e, diciamolo, ai punti avrebbero meritato loro. Ma, dicevamo, il Mancio ha messo Chiesa, quello dei 60 milioni pagati dalla Juve. Ebbene, li vale tutti: raccoglie un pallone in mezzo all'area al minuto 5 del primo supplementare, fa secchi gli austriaci, ci regala la qualificazione insieme a Pessina, che al minuto 105 fa 2-0. I due cambi, segno che il gruppo c'è e funziona in tutti i suoi elementi. Prendiamo gol a 5' dalla fine da Kalajdzic, ma portiamo a 31 la striscia di risultati utili consecutivi. Contro Belgio o Portogallo (questa sera sapremo) servirà di più. Però oh, intanto siamo ancora vivi. E va bene così. 

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