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Tokyo 2020, i giochi della gioventù: ecco perché a Parigi stupiremo ancora

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Claudio Savelli
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Chiusa un'Olimpiade, è già tempo di pensare a quella successiva, anche perché stavolta passeranno solo tre anni e non quattro come al solito. Parigi 2024 è dietro l'angolo e lo storico risultato dell'Italia a Tokyo 2020 è il miglior modo per prepararla: le 40 medaglie degli azzurri (l'ultimo bronzo è firmato dalle Farfalle della ginnastica ritmica: un terzo posto storico e significativo), con conseguente decimo posto nel medagliere, ci proiettano tra le superpotenze mondiali, considerando che siamo settimi da soli come numero complessivo di allori. 

 

Un trionfo nel presente, con tanto futuro. Secondo i piani del Coni e di Giovanni Malagò, Tokyo sarebbe stata un'edizione di passaggio, a cavallo di un ricambio generazionale: l'ultima edizione per i campionissimi come Federica Pellegrini (33 anni) e Aldo Montano (42, più vecchio medagliato azzurro con l'argento nella sciabola a squadre), la prima per una flotta di giovani atleti nati tra gli anni '90 e i primi 2000. Hanno spesso deluso i primi, o comunque la generazione già reduce da un'Olimpiade- nella scherma, soprattutto, l'età media di molte squadre contava 28-30 anni- ma hanno anticipato itempi i secondi, dimostrandosi già maturi per un podio. 

I giovani sono il segreto delle 40 medaglie, divise secondo un'armoniosa cadenza temporale (16 giorni su 16 a podio, prima volta), distribuzione cromatica (10 ori, 10 argenti, 20 bronzi) e varietà (19 discipline, record contro le 17 di Atene 2004). Nei 12 quarti posti, poi, c'è potenziale inespresso: per questo è importante che il Coni, dopo aver sborsato 7 milioni e 50mila euro ai medagliati, «diventi parte della vita istituzionale del Paese» e abbia quindi libera facoltà di gestire la politica di investimenti nello sport, come auspica il presidente Malagò mentre saluta Casa Italia. Il dato più rilevante per il Coni è l'età media dei medagliati azzurri: 26,84 anni, di mezzo anno più bassa rispetto a Rio 2016, di due anni rispetto a Londra 2012 e ben tre se confrontata a Pechino 2008. 

Limitandosi agli ori, l'età media è 26,33, ottima seppur di un anno e tre mesi superiore a Rio, il che indica al Coni il prossimo obiettivo: migliorare la qualità dei piazzamenti, dopo aver innalzato la quantità di giovani atleti pronti per il podio. L'esempio è Vito Dell'Aquila (taekwondo 58kg), classe 2000 e primo italiano nato nel millennio su un podio olimpico. È stato anche il primo oro della spedizione, una sorta di benedizione ai giovani che avrebbero fatto la fortuna dell'Italia di lì a poco. Come Federico Burdisso che a 19 anni è diventato il più giovane medagliato azzurro a Tokyo: bronzo nei 200 farfalla e nella 4x100 misti maschile, che con Ceccon (20 anni), Martinenghi e Miressi (22) era la staffetta più giovane in finale. 

 

Nel nuoto c'è una generazione pronta alle spalle del fuoriclasse di Gregorio Paltrinieri (primo a medaglia sia in piscina sia in acque libere), che condivide i 26 anni con l'altro simbolo, Marcell Jacobs, al fianco del quale ci sono i 23 di Tortu e i 21 di Patta e la concreta possibilità di dominare la velocità anche a Parigi. A 29 anni, Paltrinieri e Jacobs saranno i leader della spedizione 2024 e avere i due atleti simbolo sotto i 30 è tutto dire: fatto 40 a Tokyo, vuoi non fare 41 a Parigi?

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