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Us Open, per Matteo Berrettini un quarto storico: ancora Djokovic, il sogno di "rovinargli" il Grande Slam

Matteo Berrettini

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Matteo Berrettini ha centrato i quarti di finale degli US Open. La crescita del 25enne romano è sotto gli occhi di tutti e ormai non fa più rumore: meglio così, considerando quante rotture immotivate si trova a dover affrontare Jannik Sinner per aver perso, a 20 anni, contro Zverev. Purtroppo la cultura sportiva, già di per sé scarsa, in questo Paese è inesistente in relazione al tennis, ma adesso tutti ne parlano perché va di “moda”. E quindi crocifiggono Sinner, senza sapere che sua maestà Roger Federer prima dei 22 anni non era mai andato oltre i quarti negli Slam dei quattro anni precedenti.

 

 

Tornando a Berrettini, ha regolato per 3-1 Oscar Otte: 6-4, 3-6, 6-3, 6-2 i parziali, con l’ultimo dettato da un infortunio al polso del tedesco, che è rimasto in campo per rispetto dell’avversario e del pubblico. E così a due anni di distanza da quella semifinale persa contro Nadal, Matteo è tornato tra i migliori otto del torneo: che sia cresciuta la sua reputazione lo si nota anche dal fatto che il pubblico americano lo riconosce e lo stima.

 

 

Adesso il 25enne romano è atteso da una sfida che sembra quasi proibitiva, ma per questo ancora più affascinante: affronterà Novak Djokovic, che è un uomo in missione, avendo nel mirino il Grande Slam (la vittoria di Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open nello stesso anno) che è riuscito per l’ultima volta nel 1969 a Laver. Berrettini non è al massimo essendo reduce dall’infortunio che lo ha costretto a saltare le Olimpiadi di Tokyo 2020, ma sicuramente proverà a far meglio di Wimbledon, quando in finale si è arreso 3-1 al mostro serbo.

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