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Gigio Donnarumma, "ecco il fotogramma": perché il gol di Trajkovski è colpa sua

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Ci era passato anche Dino Zoff. Ma per Gigio Donnarumma le critiche rischiano di trasformarsi in dramma. Il confronto, in fondo, è impietoso. Nel 1978 il portierone della Juventus finì sotto accusa per i gol presi da lontanissimo ai Mondiali di Argentina contro Olanda (Brandts e Haan) e Brasile (Nelinho e Dirceu), 4 gol che costarono agli azzurri l'accesso alla finalissima a poi il podio. A Donnarumma è andata molto, molto peggio: la rete del macedone Aleksandar Trajkovski al 92' in una Favorita di colpo attonita e ammutolita costringe la Nazionale a restare senza Mondiale per la seconda volta consecutiva, mai accaduto prima. E nel punto più basso della storia azzurra, secondo molti c'è la firma proprio del guardiano del Paris Saint Germain.

 

 

 

La conclusione di destro dell'onesto bombe di provincia visto anche a Palermo qualche anno fa ha il sapore dell'eurogol, certo, ma i più attenti hanno notato una certa impreparazione di Donnarumma, sorpreso dall'angolazione del tiro, lento nel buttarsi, poco reattivo, e probabilmente fregato da un errore di posizionamento. Troppo decentrato, troppo attaccato alla linea di porta, magari con un paio di passi in avanti avrebbe chiuso lo specchio senza troppi problemi e la botta del macedone sarebbe stata solo il tiro della disperazione, antipasto dei supplementari, e non quello della gloria (loro) e del disastro sportivo (nostro).

 

 

 

 



E Dagospia infierisce pubblicando "il fotogramma" che inchioda il 22enne di Castellammare di Stabia: temendo di essere troppo avanti, torna sui suoi passi ma in questo modo perde qualche decimo di secondo decisivo, perché in quel preciso istante Trajkovski lascia partire il suo tiro. A quel punto, al portiere manca la forza giusta nelle gambe e viene fregato. Un'altra tappa infernale nella stagione che doveva rappresentare il trampolino di lancio delle sue ambizioni, dopo un Europeo vinto da protagonista e l'addio con polemiche al Milan, da svincolato, sedotto dai petroldollari dello sceicco Al-Khelaïfi, a Parigi.

 

 

 

Arrivato da predestinato, ha iniziato da panchinaro del più esperto Keylor Navas ma quello che sembrava semplice apprendistato di lusso si è trasformato nella norma. Solo in Champions League Gigio ha potuto giocare con continuità, andando incontro poche settimane fa alla serata più amara della sua già lunga carriera, la notte del Bernaebeu e dell'erroraccio che ha regalato il primo dei 3 gol a Benzema e aperto la strada alla rimonta dolorosissima del Real Madrid. Zoff si rifece 4 anni dopo, da Capitano, al Mundial in Spagna. A Donnarumma non resta che rimettersi in piedi. E sperare.

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