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Gp D'Arabia, tra Verstappen e Leclerc la crisi di Lewis Hamilton: terremoto in F1

Lorenzo Pastuglia
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Neanche i missili yemeniti hanno potuto fermare lo spettacolo in pista, l'unico di un weekend tormentato e che fa riflettere. Sì, cara Liberty Media, perché se l'obiettivo del futuro è portare sempre più audience in F1, ma per farlo si deve puntare sui milioni mediorientali, allora non ci siamo. Perché va bene esplorare nuove frontiere, ma a venirne meno sarebbe il valore pulito di questo sport, oltre alla passione motoristica di altri storici Paesi, messa da parte per garantire un posto in calendario a chi crea invece problemi.

 

 

 

Non è bastato l'attacco dei rivali sauditi agli impianti petroliferi di Gedda e a due passi dal "Corniche", che (come se non bastasse) sono seguiti a quelli del weekend precedente, perché l'altra storia che arriva da là riguarda un commissario di pista locale, che ha rassegnato le dimissioni in piena tre-giorni dopo aver insultato su Twitter Lewis Hamilton, già tormentato dai problemi con la sua Mercedes: «Spero possa avere un incidente come quello di Grosjean in Bahrain». Povero Romain, scampato alle fiamme e alla morte di Sakhir due anni fa. E sarebbe giusto anche interrogarsi sul tracciato, di fatto il più pericoloso del Mondiale. Ce lo ha dimostrato sabato Mick Schumacher, che con una vettura di 10 anni fa, senza i sicurissimi sistemi di sicurezza approvati dalla Fia con la normativa 2018, ci avrebbe raccontato una storia differente. Vale la pena rischiare così tanto su un circuito dai 250 km/h in su e con solo sette frenate, dove il minimo errore significa andare a muro? Lo stesso pilota Haas, figlio dell'indimenticabile Michael, ha chiesto a Sky Sport lavori alla sicurezza: «Sto bene, ma questa pista va cambiata. Ho visto il muro avvicinarsi, sono stato fortunato».

 

 

 

I SORPASSI - Per fortuna, ci pensano i piloti e le nuove monoposto a garantirci spettacolo. In particolare due: Leclerc e Verstappen. Rivali in pista sin da giovani sui kart, e quest' anno già dal via in Bahrain: se a Sakhir la battaglia è finita in favore del monegasco, a Gedda ha trionfato l'olandese, aiutato dai ritiri di Alonso e Ricciardo (e dalla Safety Car), per poi avere un miglior passo-gara nel finale e il Drs. La sensazione è che sarà un duello sul filo dei punti, e per la Ferrari ci sono comunque tanti aspetti positivi: una F1-75 super, il punto del giro veloce per Charles e il traguardo del doppio podio consecutivo che non si vedeva dai GP di Austria e Gran Bretagna 2018. Terzo Carlos Sainz davanti al "Checo" Pérez, il più iellato di giornata dopo aver montato le hard al giro 16, proprio mentre la Williams di Nicholas Latifi finiva a muro e obbligava il primo ingresso della Safety Car. Ma poi non corretto alla ripartenza e che andava punito per "unsafe realise", dopo aver quasi mandato a muro lo spagnolo. Alla battaglia di stagione, speriamo di vedere una Mercedes a oggi troppo lontana: Russell quinto, Hamilton decimo (scattava 16esimo) e lontano dalla vetta. Incredibile solo a pensarci due settimane fa. L'altra McLaren di un buon Norris è settima, bene vedere la Haas motorizzata Ferrari di Magnussen (nono) in top-10. 

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