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Roberto Mancini resta Ct: "Potevamo vincere il Mondiale, aspetterò". La conferma con queste parole: sconcerto azzurro

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"Mi sento di restare perché sono ancora a giovane: volevo vincere un Europeo e un Mondiale, quindi per il Mondiale devo aspettare un attimo". Roberto Mancini sembra aver già superato la botta per il clamoroso ko di Palermo contro la Macedonia agli spareggi, che lascerà l'Italia fuori da Qatar 2022. Un altro Mondiale da spettatori per gli azzurri, il secondo di fila. Ma dopo aver accarezzato l'idea delle dimissioni, in un post-partita in cui era apparso in tv letteralmente sotto choc, il ct ha deciso di accettare la corte (disperata) del presidente federale Gravina e continuare ad allenare la Nazionale. 

 

 


Alla vigilia della partita (inutile) contro la Turchia, Mancini spiazza tutti per l'entusiasmo e l'ottimismo trasmesso, nel momento forse più buio nella storia del calcio italiano anche perché arrivato proprio dopo l'inatteso, entusiasmante successo agli Europei la scorsa estate. "Mi piace questo lavoro e con i ragazzi voglio riorganizzare qualcosa di importante. A parte la delusione, il resto va avanti. Il calcio italiano ha bisogna di una rivoluzione? Questo lo valuterà Gravina, noi possiamo parlare di cose tecniche... Quella attuale è una squadra che, con qualcuno dentro, poteva giocarlo per vincere il Mondiale. A giugno un po' di inserimenti ci saranno perché è giusto così, dobbiamo pensare all'Europeo tra due anni".

 


Largo, dunque, a un ringiovanimento della rosa anche se le alternative non sembrano ancora al giusto livello internazionale. "Cosa mi aspetto per il futuro? Quando ci sono sconfitte si analizza più profondamente il perché, vanno analizzate tante cose... Poi nel calcio queste cose possono sempre accadere: ci sono nazionali importanti che non vincono nulla da 60-70 anni, l'Italia da questo punto di vista è più avanti. A volte si esagera anche parlando di motivazioni, ma semplicemente esistono momenti che non devono andare in quel modo". Al di là del fatalismo, c'è un problema di maturazione dei talenti (pochi, per la verità) del nostro calcio: "Inseriremo sicuramente ragazzi più giovani, sperando possano avere esperienze importanti nei loro club perché questo è fondamentale. Lavoreremo su questo e vedremo quale sarà la situazione generale". "Noi - conclude - in questi 4 anni abbiamo cercato di fare il massimo di ciò che potevamo fare, cercando di vincere ma anche giocando un calcio diverso. Non è stato solo il mese dell'Europeo, ma un percorso di tre anni dove abbiamo quasi sempre vinto. Anche questa è una cosa positiva e importante, poi nel calcio le cose possono cambiare dalla sera alla mattina ma questo fa piacere".

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