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Lewis Hamilton doppiato da Verstappen, rissa al box Mercedes: la foto del disastro

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Uno raggiante per la vittoria, l’altro uno dei grandi delusi di giornata. L’epilogo velenoso di Abu Dhabi non c’è più, perché Lewis Hamilton e la Mercedes sono nettamente dietro al duo Max Verstappen-Red Bull. E l'immagine del sorpasso del Santerno, al giro 41, quando l'olandese ha doppiato il sette volte campione del mondo sul rettilineo d'arrivo, può segnare un'epoca. Il presidente della F1, Stefano Domenicali, ha invitato però alla cautela: “Conosciamo la forza della Mercedes e di Hamilton, ci andrei cauto a darli per finiti”. Anche se vedere Lewis lottarsela per il 13° posto con l’AlphaTauri di Pierre Gasly fa specie, mentre il compagno dell’inglese, George Russell, 13 anni più giovane, ha chiuso quarto. E in classifica ora ha 21 punti in più.

 

 

 

 

Wolff, la lite con Hamilton e le scuse di domenica - 
Normale dunque che affiorino tensioni e malumori. È inevitabile. “È stato un weekend da incubo”, ha detto Lewis, sconsolato. Le qualifiche di venerdì, poi, erano state un altro pugno nello stomaco. Mai, in era Merceds, aveva mancato la Q3 per due gran premi consecutivi. E il confronto con Toto Wolff, il team principal, per la platealità dei gesti e per le risposte del pilota (“Ci siamo detti cose che non voglio condividere”), aveva contribuito a seminare ulteriori dissapori su una stagione nata male per la squadra e malissimo per il suo campione. Domenica, durante la gara, in un audio sentito da tutti, lo stesso Wolff gli ha detto: “Ti chiedo scusa per questa macchina inguidabile”. Qualcuno, scrive La Repubblica, ha subito pensato a Prost, che una volta definì la Ferrari un camion. Scoppiò il finimondo. 

Quel testacoda di Prost a Imola nel ‘91 - I tempi sul giro di domenica, però, chiariscono i limiti di una W13 che era nata per stupire, ma anche le attuali debolezze di Hamilton. Frustrato, spaesato. Non a caso Mattia Binotto, su un doppiaggio che fa già storia (quello di Verstappen su Lewis), domenica sera diceva: “Sembra un fatto enorme, ma sappiamo bene che la differenza fra stare indietro ed essere protagonisti tante volte è minima”. E torna alla mente di nuovo Prost che qui, nel 1991, andò fuori nel giro di ricognizione, dopo un testacoda sotto la pioggia.

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