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Gregorio Paltrinieri, il racconto della sua vita massacrante: come arriva (ancora) all'oro

Federico Danesi
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Guardi le gare al Lupa Lake e sembra che il tempo si sia fermato. Basta fissare l'ordine d'arrivo della 5 km maschile: oro a Florian Wellbrock, tedesco che in volata aveva già vinto la staffetta di domenica, ma che era anche stato argento negli 800 e bronzo nei 1500 in questi Mondiali. Quasi 4 secondi dopo, ecco Gregorio Paltrinieri e a riempire il podio anche Mychajlo Romanchuk. Sì, anche lui a medaglia nelle gare lunghe in vasca e protagonista pure nel nuoto in acque libere. Perché questa è diventata la nuova frontiera degli stacanovisti in costume. Nuotare tra le corsie non basta più, molti si aprono una doppia carriera anche in chiave olimpica buttandosi in mare o nel lago e Greg è stato tra i primi. Non il primissimo, ché Wellbrock tra anni fa in Corea aveva dominato i 1500 e la 10 km mondiale, ma insomma comunque tra gli antesignani di una scelta ora cavalcata da molti colleghi non con lo stesso successo.

 


Perché oggettivamente è un massacro e l'abbiamo capito anche nella prima gara individuale del lago magiaro. Il carpigiano ha dato tutto, quel tutto è stato sufficiente per un argento luccicante: «Alla partenza mi sentivo abbastanza stanco perché arrivo da quattro giorni consecutivi di gare, ma stavo un po' meglio. E sono contento perché è difficile superare Florian, il ritmo che impone. Sapevo di dover fare gara davanti, ma ogni volta che lo agganciavo, dava un'accelerata. E adesso voglio solo riposarmi per fare bene la 10 km».

 

 


FIATO CORTO
Già, perché tempo per tirare il fiato non esiste per lui come per Domenico Acerenza (quarto), ma anche per le donne azzurre. Giulia Gabbrielleschi, alla prima medaglia internazionale individuale, è stata di bronzo nella gara vinta dalla brasiliana Ana Marcela Cunha sulla francese Aurélie Muller, con Ginevra Taddeucci sesta. A differenza del capitano azzurro, però, loro non hanno doppiato vasca e fondo. Un piacere che solo lui si regala, coscientemente da quando ha scelto di fare questa scelta. Perché Gregorio è un vincente come Federica Pellegrini, ne condivide la stessa mentalità feroce ma non le stesse modalità. Lei in fondo a staccarsi veramente da casa non ha mai provato. Ogni volta che è stato necessario l'ha fatto ma poi è tornata a Verona, che non è Mestre ma in fondo una chiama e l'altra risponde.


Paltrinieri no. Carpi ormai la vede solo quando riabbraccia gli affetti, ma da anni aveva sposato il progetto della squadra di distanza che si prepara nel Centro tecnico Federale di Ostia. E quando ha scelto di abbandonare Stefano Morini, Gabriele Detti e tutto quello che l'aveva fatto diventate un vincente, ha anche cambiato vita e luoghi. Dal litorale romano a Piombino, dove si allena con Fabrizio Antonelli per buona parte dell'anno, intervallando tutto con le gare e gli stage in altura. Fondamentali, come quello del marzo scorso per tre settimane il Valle d'Aosta, ormai quasi la sua seconda casa anche se lui casa non è una parola che ormai conosca più.

 

 


IL GIRO DEL MONDO
Dopo Rio era emigrato in Australia, qualche mese per ritrovare nuovi stimoli e trovare nuovi compagni di allenamento. E come ripete spesso, la sua dimensione è solo l'acqua: «Lì ci vivo, nuoto almeno 19 km al giorno e 100 km a settimana. Ma se vuoi arrivare all'eccellenza e vincere un'Olimpiade, così devi fare». Sei giorni alla settimana non ci sono orari, solo la domenica è concessa per staccare fisico e mente ma non l'alimentazione. Più di 3000 calorie al giorno consumate, ogni volta che fa una 5 o una 10 km, in base anche alle condizioni, perde fino a 3 kg. E per questo, dieta mediterranea e tanti pasti al giorno: thé, fette biscottate e marmellata al mattino, uno spuntino a metà mattinata e a pranzo pasta o riso in porzioni abbondanti, ma anche frutta. A cena ancora pasta, più un secondo di carne o pesce. In pratica 60-65% carboidrati, 25% proteine, 10-15% grassi. Una volta aveva solo la vasca in testa, ora sulla costa livornese ha anche quel mare che a lui piace mentre la Pellegrini lo patisce. E il segreto sta tutto nella pianificazione, in quello è un pc vivente.

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