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Gleison Bremer può fregare l'Inter: ecco dove ha deciso di giocare

Claudio Savelli
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L'improvvisa e inattesa virata di Bremer verso la Juventus dimostra che le strade del mercato sono infinite e che ne possono nascere di nuove in pochissimo tempo. Nella maggior parte dei casi mesi di trattative sono indispensabili per concludere gli affari mentre in altri si rivelano del tutto inutili, come per il difensore brasiliano: Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, l'aveva bloccato prima che chiunque altro si accorgesse del suo enorme potenziale ma la Juventus in due giorni ha preparato un'offerta superiore sia al Torino sia al giocatore e si è portata nettamente in vantaggio. Al punto che oggi potrà chiudere definitivamente l'affare.

 

 


I nerazzurri hanno vissuto una giornata di fuoco, e non per i 40 gradi che battevano su Milano. A conferma dell'importanza che il brasiliano aveva nei piani dell'Inter c'è la richiesta del direttore Marotta al presidente Zhang di rientrare dalle vacanze per una riunione vis a vis in sede. Quest' ultimo l'ha esaudita, presentandosi nel primo pomeriggio: due ore di colloquio in cui la dirigenza nerazzurra ha chiesto la disponibilità ad un extra budget per alzare l'offerta ferma a 30 milioni più il prestito di Casadei, il massimo possibile per tenere sotto controllo i bilanci, e avvicinarsi ai 40 cash proposti dalla Juve. La risposta è stata negativa anche perché nessun giocatore ingombrante (i vari Pinamonti, Sanchez e Skriniar) è già stato ceduto: troppo rischioso comprare a quelle cifre prima di vendere. Dall'esito dell'incontro interno dipendeva quello già fissato tra Inter e Torino nel tardo pomeriggio, che poi è stato spostato all'ora di cena: qualche ora in più per sperare nel ripensamento? Inutile.
POSIZIONE DI FORZA I granata, ormai in posizione di forza data dall'offerta ufficiale dei rivali (sul campo ma non in affari) bianconeri, disposti a pagare di più e subito, hanno acconsentito in tutta serenità. L'unica promessa di Cairo è stata quella a Bremer nel momento in cui firmava il rinnovo di contratto lo scorso febbraio: venderlo ad una grande. Non ha specificato a quale. Ha temporeggiato perché sperava si creasse un'asta e ha avuto ragione.
I nerazzurri, che invece propongono un prestito con obbligo di riscatto, si sono ritrovati d'un tratto con le spalle al muro: il miglior affare - a parer di chi scrive - del mercato si è trasformato nella prima sconfitta della sessione. La prima perché Dybala è stato sedotto e abbandonato in coscienza mentre Bremer è stato sfilato via dalle mani dalla Juve e dall'entourage del giocatore, che era diviso in due fazioni: l'una, guidata da Busardò, voleva mantenere la promessa fatta all'Inter, l'altra, in barba alle strette di mano, voleva massimizzare i guadagni e ha lavorati ai fianchi del calciatore per cancellare la sua vecchia preferenza. Così, dopo aver tolto il "like" ai post che lo vedevano nerazzurro, Bremer ha accettato l'ingaggio più alto della Juve. Dal quinquennale da 3,5 milioni a stagione preventivato dall'Inter si è passati ai 5 milioni messi sul piatto da Arrivabene e Cherubini, ormai sicuri di risparmiare i 10 milioni lordi all'anno assegnati a De Ligt.
 

 

 

IL PARADOSSO La virata è scontata dal punto di vista economico ma è strana da quello tattico. Paradosso vuole che Bremer sia il centrale sul mercato più simile a De Ligt, che ha chiesto di andar via per gli stessi motivi per cui il collega potrebbe avere difficoltà tattiche. Il brasiliano è forte in tutto ciò che non farà nella formazione bianconera: difendere sull'uomo, in avanti, a tutto campo e pure fraseggiare con i compagni vicini a lui. Lo avrebbe fatto all'Inter, dove ora con ogni probabilità resterà felicemente Skriniar visto che il Psg non alza l'offerta da 50 milioni e che comunque un difensore è da acquistare: Milenkovic resta il candidato principale ma ne sbucheranno altri. La missione-redenzione per i vice campioni d'Italia è già piuttosto complessa così. Se sconfitta deve essere, che poi non si aggiunga un autogol. 

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