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Juventus, ora è ufficiale: crisi nera. Cosa rischia Allegri

Claudio Savelli
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La Juventus inizia la partita decisiva (secondo Allegri) per il passaggio nel girone di Champions con l'idea di vincerla. Ma dura 5', il tempo impiegato da Milik per riscattare il gol negatogli nel fine settimana. Come sempre, la squadra spontaneamente abbassa il ritmo una volta in vantaggio, così il Benfica ha tempo di sistemarsi, entrare in partita e macinare gioco. Cresce la squadra di Schmidt mentre si sgonfia quella di Allegri perché l'una segue uno spartito, l'altra improvvisa. Il pareggio arriva in modo casuale - sfortunato Miretti nell'offrire il rigore che Joao Mario, ex Inter, segna - ma la rimonta non lo è: al 55',

 

 

Neres con un mancino al volo fredda Perin e porta il Benfica sul 2-1. I bianconeri non sanno cosa fare e hanno paura, i rossi hanno le idee chiarissime e cominciano a divertirsi: il resto è un esercizio di stile che non cambia il risultato.

 

 

 

 

Per la Juve è la quarta partita senza vittoria (domenica il Monza) e la seconda sconfitta in Champions, dove i punti restano zero. Il dito dietro al quale si nasconde Allegri (quanti fischi) si sta lentamente piegando.

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