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Juve, dopo i video piccanti di Nedved... un terremoto: cosa è successo davvero

Fabrizio Biasin
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Domani andrà in scena il cda della Juve, che già di per sé è qualcosa di importante e figuratevi in questo preciso momento storico. All'ordine del giorno c'è l'approvazione del bilancio della stagione 21/22. La perdita d'esercizio dovrebbe aggirarsi sui 250 milioni (euro più, euro meno); la relazione semestrale, approvata lo scorso 24 febbraio, aveva riportato un rosso di 132 milioni di euro, quella relativa al primo semestre 21/22 aveva ipotizzato «un sensibile miglioramento» a partire dall'esercizio 2022/2023. Insomma, ci faranno sapere (e anche oggi ci siamo travestiti da economisti un tanto al chilo).

 

Ma la faccenda che più interessa i tifosi è un'altra e la sintetizzeremo con il domandone: «Che si fa con Massimiliano Allegri?». Il tecnico dei bianconeri è nel mirino di pubblico e pure di parte della dirigenza (leggi Nedved). Il biondo Pavel vorrebbe far saltare un allenatore che, però, guadagna 7 milioni di euro (+2 di bonus) netti all'anno fino al 2025. Un sacco di soldi. Ecco perché la prospettiva più probabile è quella che vuole Allegri ancora in panca, quantomeno fino alla pausa per il Mondiale, primo concreto momento in cui tanti club faranno il loro bilancio di mezza stagione (anche l'Inter con Inzaghi, per dire).

 

Ecco, i rapporti tra il tecnico livornese e il dirigente ceco non sono ai minimi termini, semplicemente lo sono sempre stati. Fu Nedved a spingere per la "rivoluzione copernicana in nome del bel giuoco" di qualche stagione fa: arrivarono prima Sarri e poi Pirlo e alla fine patron Agnelli scelse di tornare al pragmatismo allegriano.

Quello stesso pragmatismo che, però, al momento non ha portato frutti in termini di risultati (per non parlare del giuoco). E così Nedved è tornato più o meno silenziosamente alla carica, pur sapendo che c'è anche chi vorrebbe accompagnare pure lui all'uscita. I video magicamente comparsi qualche settimana fa con l'ex Pallone d'Oro immortalato mentre festeggia "allegramente", a qualcuno sono sembrati una sorta di «avviso ai naviganti», una cosa del tipo «il biondo non è più gradito e glielo stanno facendo capire».

Quel che è evidente è che tra Nedved e Allegri siamo più o meno nella fase "o lui o io", mentre tra i tifosi bianconeri c'è chi vorrebbe che se ne andassero entrambi. Alcune voci incontrollate parlano di un tentativo dello stesso Nedved di riportare a Torino - ovviamente a partire dalla prossima stagione - Antonio Conte, tecnico del Tottenham che, però, mal si lasciò con Andrea Agnelli (eufemismo). Che poi, pure di Agnelli si dice la qualunque: c'è chi mormora che presto il presidente potrebbe essere "ricollocato", ma è anche vero che questa voce girà praticamente da un lustro. Morale, la situazione è complicata non solo per i (non) risultati sul campo, ma anche - e forse soprattutto per lo scollamento interno. Vorremmo terminare questo articolo con il classico «c'è poco da stare Allegri» ma saremmo certamente patetici e quindi non lo faremo.

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