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Massimiliano Allegri? Una minestra immangiabile: la sentenza di Biasin

Fabrizio Biasin
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Cose successe ieri. Il Milan ha distrutto la Juve al di là del risultato. È stata la lezione di Pioli ad Allegri, ma anche a tutti noi professionisti della sentenza. Quattro giorni fa, dopo l'inciampo del Diavolo a Londra, parlavamo di squadra a pezzi e «occhio alla Juve che è tornata». Chiacchiere. La verità è che il Milan è "squadra" da oltre due anni, la Juve non lo è dallo stesso periodo. Per questo giudicare un gruppo dal singolo inciampo/successo è semplicemente sciocco ma, ovviamente, continueremo a farlo.

 

Per lo stesso principio l'Inter non poteva essere "quella roba lì". A Reggio, col Sassuolo, non ha giocato una partita da stropicciarsi gli occhi, ma ha fatto quello che si chiede a una rosa con ambizioni: ha assorbito il colpo del pari, non si è scomposta, è tornata avanti, ha gestito fino al 90'. Inzaghi probabilmente deve ancora crescere quanto a "coraggio", ma il suo gruppo c'è, dà segnali e vedremo cosa riuscirà a combinare nell'inferno del Camp Nou. Col vostro permesso, torniamo su Allegri.

 

Non abbiamo la minima idea su quel che accadrà in casa bianconera nelle prossime ore, ma sappiamo quel che è capitato nei giorni del suo ritorno a Torino, ormai 16 mesi fa. Il Real gli aveva proposto un contratto, Max doveva solo firmare. Rinunciò per tornare in terra sabauda contro il parere di tutto il suo entourage. Non si rifiuta il Real ma, soprattutto, non si torna dove si è fatto benissimo: il rischio, elevatissimo, è rovinare tutto.

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