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Juve, "per fortuna ci siamo fermati": l'intercettazione è una bomba

Marco Bardesono
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Ed eccole le intercettazioni che secondo la procura di Torino incastrerebbero i dirigenti della Vecchia Signora sulla vicenda delle plusvalenze. Una di queste, ritenuta decisiva anche dal gip, è del 22 luglio 2021 quando l'ex direttore sportivo Federico Cherubini, non indagato, conversava al telefono con il dirigente Stefano Bertola, finito invece nell'inchiesta. Cherubini dice a Bertola una frase che confermerebbe che fino ad allora sarebbero state commesse dalla società presunte irregolarità con le plusvalenze: «Fortuna che alla luce delle recenti visite, ci siamo fermati». Il dialogo è intercettato dalla Guardia di Finanza che nei giorni precedenti aveva acquisito una copiosa documentazione nella sede della società. Cherubini prosegue, e fa riferimento a presunte «plusvalenze artificiali» che avrebbe organizzato il dirigente Fabio Paratici che risulta indagato. «Noi dobbiamo fare quelle buone», aggiungeva Cherubini, redarguendo Bertola sul fatto che le uniche plusvalenze lecite sono quelle «sane», che si fanno scovando giovani talenti da rivendere. Non gonfiando il valore di un giovane e scambiandolo per trarne profitto.

MISURA INTERDITTIVA
Come detto, l'intercettazione è citata anche nell'ordinanza con cui il gip Ludovico Morello rigetta la richiesta delle procura di arrestare (ai domiciliari) Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Cesare Gabasio. Per il magistrato si tratta di una frase rilevante perché dimostra che «tutti gli indagati sono a piena conoscenza dell'indagine in corso». Ma la procura non aveva chiesto soltanto i domiciliari per i principali indagati, ma anche la «misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, perla durata di 12 mesi». Quindi l'estromissione da qualsiasi ruolo dirigenziale nella Juventus o in altre società. Ma anche su questo il gip ha respinto la richiesta, che era stata inoltrata anche per Pavel Nedved, Stefano Cerrato, Stefano Bertola e Giovanni Marco Re. Il 30 giugno 2022, quando la procura chiese al gip di arrestare Andrea Agnelli, Fabio Paratici e Cesare Gabasio, tra le carte dei presunti falsi in bilancio, ne presentò alcune fondamentali: le audizioni dei calciatori, sentiti come testimoni. I giocatori della Juventus non si sarebbero trincerati dietro al silenzio, ma avrebbero risposto alle domande dei magistrati, confermando la tesi dell'accusa, riguardo a stipendi e accordi.

RONALDO ASSENTE
«L'iter formativo - scrive il gip Ludovico Morello nell'ordinanza di rigetto della richiesta di misure cautelari- e l'oggetto degli accordi concernenti il trattamento stipendiale, sono stati inoltre confermati dall'escussione dei calciatori interessati alle manovre». Non si fanno i nomi dei calciatori, ma si presume che siano almeno 16. Tra loro non c'è Cristiano Ronaldo che venne chiamato per tre volte, con una rogatoria internazionale della procura torinese per essere sentito come testimone, ma Cr7 non si è mai presentato. Ronaldo comunque non è indagato, così come nessuno dei giocatori. Infine, un capitolo riguarda i procuratori e le presunte false fatture che la Juventus avrebbe emesso per prestazioni fantasma, sempre per "aggiustare" bilanci in rosso. «I pm hanno proceduto spiega il gip - all'analisi delle posizioni debitorie di Juventus nei confronti di plurimi agenti sportivi, non rese pubbliche ed emerse nel corso delle intercettazioni. Tale esame ha consentito di acquisire riscontri in ordine al rilascio di mandati fittizi ed alla registrazione da parte della società torinese di fatture per operazioni inesistenti». Tra le agenzie citate, anche quella riconducibile a Davide Lippi, che non risulta essere coinvolto nell'inchiesta.

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