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Andrea Agnelli, chi indaga su di lui: Juve, si aprono scenari catastrofici

Marco Bardesono
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E ora è la Vecchia Signora a passare al contrattacco. Un rapido contropiede dopo il silenzioso catenaccio di questi ultimi giorni. Ieri, mentre dal cilindro dei magistrati non sembrano spuntare particolari novità, se non quella che Andrea Agnelli avrebbe «mentito anche alla Consob», accusa peraltro implicita già nel "castello accusatorio" di inizio inchiesta nell'estate 2021, il presidente bianconero ha riunito tutti i dipendenti della società nella sede alla Continassa. Agnelli ha voluto rassicurare il personale dopo gli sviluppi dell'inchiesta sui bilanci del club di cui nei giorni scorsi si sono chiuse le indagini preliminari. Il presidente, il suo vice Pavel Nedved e altre 13 persone sono indagate con l'accusa di false comunicazioni sociali e rispetto al mercato essendo la Juventus una società quotata in borsa. Il momento della Juve è difficile anche sul piano sportivo, con la recente eliminazione dalla Champions e il ritardo in classifica in campionato.
 

 

 

NESSUNA DIMISSIONE
Intanto il prossimo 23 novembre è stata convocata l'assemblea degli azionisti per la approvazione del bilancio 2021-2022 chiuso in perdita per 254 milioni di euro, segno che di trucchi, almeno nell'ultima gestione, come riconosciuto dagli stessi magistrati, non ce ne sarebbero stati. Che in quell'occasione Agnelli si possa dimettere, appare, almeno al momento, un'ipotesi del tutto azzardata. Ma ieri voci anonime in procura si interrogavano sul gran "can can" suscitato da questa inchiesta, di fatto vecchia di mesi e rimbalzata in prima pagina forse solo per la richiesta di arresto del presidente, di Fabio Paratici e di Cesare Gabisio. Richiesta tardiva della procura di Torino e cassata dal Gip Ludovico Morello.

 

 

D'altra parte la chiusura delle indagini era stata annunciata e spiegata nella tarda serata di lunedì con un lungo, per quanto laconico comunicato firmato dalla procuratrice capo di Torino Anna Maria Loreto. Una pagina e mezza dove si spiegavano cose già note (ma senza fare alcun nome) e una chiusura di tre righe dove la procuratrice ha scritto: «Da ultimo occorre segnalare che questo ufficio abbia a suo tempo depositato al Giudice delle Indagini Preliminari richiesta per l'applicazione di misure cautelari (per alcuni indagati) e reali e che tale richiesta sia stata rigettata in data 12 ottobre 2022, avendo il Giudice ritenuto l'assenza di esigenze cautelari. Avverso l'ordinanza di rigetto è stato depositato appello». Una passaggio, velatamente polemico e di rivalsa verso la decisione del Gip, che ha scatenato la caccia ai nomi; ma anche una comunicazione quantomeno irrituale, almeno in casi come questo perché, spiega un avvocato torinese di lungo corso e non coinvolto in nessuna delle parti di questa vicenda giudiziaria: «Si è detto e scritto su qualcosa che era stato chiesto e che è stato negato, quindi di qualcosa che non esiste e totalmente ininfluente in relazione alla chiusura indagini. Vedremo se l'appello della procura susciterà effetti diversi, allora sì che si aprirà un nuovo capitolo». Intanto si muove anche la giustizia sportiva: la Procura federale, come previsto, ha chiesto alla Procura di Torino gli atti relativi alla chiusura indagini. 

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