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Milan, ecco perché non tiene il passo: cosa sta succedendo

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Claudio Savelli
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La notizia della giornata è la fuga del Napoli, primo vero strappo al campionato. È indicativo che la squadra di Spalletti conti gli stessi punti della scorsa stagione (32) ma ne vanti 5 di vantaggio sulla seconda, l'Atalanta, mentre un anno fa il Milan sosteneva quel ritmo. Ora i rossoneri contano due sconfitte in più, una proprio con il Napoli e l'altra, fresca di giornata, rimediata in casa del Torino. L'emblema del Milan è Leao che fallisce due facili occasioni da rete nei primi dieci minuti con cui avrebbe potuto indirizzare la partita. Nasce una difficoltà inedita per i campioni: subire psicologicamente gli eventi. Non riuscire a guardare avanti. Mentre il Milan pensava ai suoi errori, il Torino entrava in partita e infine infilava due volte la difesa di Pioli che, va notato, non è più impermeabile come nel girone di ritorno dello scorso campionato (più di un gol incassato di media a gara). La rimonta è parziale anche perché mossa dalle emozioni più che dal gioco.

 

 


Così il Napoli scava un margine di due partite da tutti. Per la buona pubblicità che sta facendo al calcio italiano, è il giusto premio alla squadra di Spalletti. Ora dovrà esserne all'altezza nelle ultime tre partite prima della lunga sosta per il Mondiale. La prossima la gioca in casa dell'Atalanta che con la vittoria ad Empoli (2-0) diventa la seconda forza del campionato. A sua volta la Dea è chiamata a esporsi. Intende correre per il meglio o per un piazzamento? È il salto di qualità che avrebbe potuto compiere lo scorso anno ma che, complici gli infortuni e la sensazione di essere a fine ciclo con Gasperini, alla fine non ha nemmeno accennato. È l'unica tra le grandi a non avere l'Europa. Se diventasse anche l'unica in grado di battere il Napoli?

 

 

Anche l'altra formazione granata, la Salernitana, trova la sua giornata di gloria. Rimonta (da 1-0 a 1-3) la Lazio dopo aver chiuso il primo tempo in svantaggio ed educa così le altre "piccole" a pensare in grande. L'Udinese lo ha fatto ma si sta scontrando con gli effetti collaterali della grandezza: essere studiati. La Cremonese, infatti, tratta i friulani con i guanti e si aggrappa alla gara con i denti, strappando un pareggio (0-0) che muove la classifica. Ben venga il coraggio delle formazioni minori per cancellare la rinuncia al gioco che nelle ultime settimane era riemersa qui e là per il campionato. Non si torni indietro. La serie A sta producendo un buon gioco e l'Europa sta iniziando a premiarla. È il caso di insistere. La Lazio, per un tempo e per la prima volta, specula sul vantaggio.

 

Finisce per rimediare tre reti dalla Salernitana e una sconfitta che riporta un fastidioso dubbio nel gruppo e nell'ambiente: gli alti e bassi non erano terminati? E tornano proprio prima del derby? Non è un caso ma la conferma che i biancocelesti hanno pensato troppo presto alla settimana decisiva tra Europa League e Roma. È un piccolo momento di distrazione che costa tre punti. La conseguenza più diretta è che, in attesa dei giallorossi oggi a Verona, l'Inter aggancia il vagone della Champions. Ha perso ben quattro volte e subito più del doppio dei gol della Lazio, segnandone solo uno in più, eppure conta gli stessi punti (24). Considerando che la più recente versione di Inzaghi è meglio della prima, può rimontare fino al secondo posto. Il primo dipende dal Napoli.

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