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Milan-Juve-Inter, calciomercato da buttare: tutti i flop (e tutte le cifre)

Claudio Savelli
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In serie A, si sa, mancano i soldi per fare grandi sessioni di calciomercato. Così da anni i dirigenti ripetono che sono necessarie creatività, intuito e tempestività per ingaggiare giocatori all'altezza. È vero ma stavolta sono mancate pure queste doti. La maggior parte degli ingaggi estivi si sta rivelando fallimentare e, oltre al decadimento dei risultati in campo, porta con sé un contraccolpo alle casse societarie: quel poco che si può investire viene sperperato. Basta osservare le formazioni titolari delle prime della classe per dare un giudizio negativo al mercato estivo. Pochissimi nuovi arrivati sono titolari, nessuno è decisivo. Nell'Inter solo Onana ha ottenuto il posto da titolare fisso. Il fatto che gli altri due utili siano Acerbi e Mkhitaryan, due esperti presi a zero per tappare qualche falla, è indice della difficoltà nerazzurra nel costruire un patrimonio futuro. Gli Asllani e i Bellanova (tra prestiti e riscatti costeranno quasi 30 milioni) faticano a crescere rapidamente mentre Lukaku da figliol prodigo si sta trasformando in una zavorra: tra prestito (8 più 2 di bonus) e ingaggio (11 milioni lordi) pesa per oltre 20 milioni e, se non si dà una mossa, l'operazione non verrà ripetuta.

BUDGET ESTIVO
Il Milan ha investito quasi tutto il budget estivo su De Ketelaere (35 milioni su 50), ricavandone un giocatore timido e spaesato. Anche gli arrivi minori stanno deludendo. Vranckx, Adli e Thiaw mettono insieme poco più di 300' in campo ma, tra prestiti e eventuali riscatti, costano oltre 15 milioni. A loro vanno aggiunti Dest, che non convince, e Origi, che è arrivato a zero ma guadagna più di tutti (4 milioni netti), in attesa del rinnovo di Leao. I titolari di Pioli sono gli stessi dello scorso anno e quando entrano le nuove riserve sono dolori, vedi il pareggio con la Roma. La quale ha poco da sorridere in merito: oltre a Dybala, nessuno dei nuovi si sta imponendo. Celik, unico cartellino acquistato in estate (7 milioni), rimpiazza Karsdorp ma non lascia il segno.

Si può paragonare a Marcos Antonio, per cui la Lazio ha sborsato 7,5 milioni più 2 di bonus: in teoria perfetto per Sarri, in pratica non vede il campo. La Juventus è l'unica che sta raccogliendo frutti dal mercato con Bremer, Kostic e Milik che quantomeno offrono un rendimento costante. Ma ha il peggior lato oscuro della medaglia: Pogba non si è ancora visto, Di Maria non stadi certo offrendo prestazioni all'altezza dello status da campione del mondo e Paredes è un specie di impiegato part-time di lusso, quindi un controsenso vivente.

Sono costati poco in termini di cartellini considerando che i primi erano svincolati e il terzo è stato pagato 2,5 milioni per il prestito (ben 25 per l'eventuale riscatto), ma pesano tremendamente sul monte ingaggi: Pogba guadagna 8 milioni netti, Paredes 7 e Di Maria 6. Per questa povera serie A sono stipendi da titolarissimi che fanno la differenza, non da fantasmi o comprimari (gli argentini sono rispettivamente 18esimo e 20esimo in rosa per minuti in campo). Allegri sostiene che questi calciatori siano di un'altra categoria ma fa finta di non accorgersi che sta scalando la classifica senza di loro.

PARZIALE ECCEZIONE
Il Napoli è la parziale eccezione alla regola perché ha venduto bene e ha investito in Kvaratskhelia e Kim che valgono più dei 30 milioni che sono costati. Però Ndombelé non si sta guadagnando il riscatto e da Raspadori, pagato 35 milioni, ci si aspetta di più. Le prime 7 in classifica hanno speso per gli acquisti sul mercato praticamente la metà delle ultime sette di Premier: 408 milioni (rientrati con le cessioni) contro 804. Se oltremanica possono permettersi di sbagliare un acquisto (vedi il Chelsea con Lukaku, per dirne uno), in A ogni errore diventa un flagello. Vale anche per i club che si sono distinti in buone intuizioni in questi anni, come l'Atalanta. I 22 milioni per il riscatto di Boga si sono rivelati fallimentari (si cerca ora di cederlo) così come i 21 per Ederson finora non stanno offrendo i frutti sperati. In questi casi si aspetta e si spera, altrimenti il calciatore perde valore e le cifre non si recuperano più. In altri casi viene compromesso il rendimento della squadra, vedi la Fiorentina che per sostituire Vlahovic ha puntato prima su Cabral e poi su Jovic, senza trovare un degno erede. Se il Real Madrid ha liberato il serbo gratis, un motivo ci sarà stato. Eccolo: il low-cost, in realtà, "si paga" nel tempo.

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