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Milan, voci dalla procura: "Non solo Juve", altro terremoto in Serie A?

Marco Bardesono
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La sentenza che ha messo nei guai la “Vecchia Signora” sarebbe solo la prima scossa di un terremoto che potrebbe portare al crollo della sere A, almeno quest’anno, con una classifica farcita di penalizzazioni e non decisa dal campo. Infatti nel mirino della giustizia sportiva, oltre alla Juventus, ci sono altri club, a cominciare da Milan, Roma e Atalanta, le cui posizioni fanno parte di un secondo filone di indagini stralciato dal precedente.

La prima udienza (forse l’unica) su questa seconda inchiesta che riguarda sempre le plusvalenze è prevista entro il 22 febbraio. Si tratta di un altro procedimento, diverso d quello appena concluso, ma la cui origine è identica. La fonte a cui fa riferimento la magistratura sportiva è il faldone di 14mila pagine dell’inchiesta “Prisma”, condotta dalla procura di Torino. Dalle carte, infatti, confidano fonti vicine agli inquirenti della Figc che «sono emersi nuovi elementi, da approfondire, e diversi dal primo filone. Tra l’altro la Juventus rischia un’altra penalizzazione, sempre per le plusvalenze, oltre ad eventuali condanne per le note “carte segrete” (cioè gli accordi stipulati con alcuni calciatori durante il periodo del Covid che stabilivano una riduzione dello stipendio da recuperare poi nella stagione successiva, ndr)». Nel seconda inchiesta a rischiare sarebbero anche altre squadre, già sotto osservazione e «chiamate in causa nelle intercettazioni da Fabio Paratici», società in partnership che hanno fatto affari con la “Vecchia Signora”.

 

SASSUOLO E UDINESE
Il riferimento è a Sassuolo, Atalanta e Udinese. Infine, potrebbero essere valutate anche le operazioni con la Roma (scambio Spinazzola-Pellegrini) e il Milan (scambio Bonucci-Caldara). Tanto più che questi ultimi due colpi di mercato, non sono stati inclusi nel primo filone d’indagine e potrebbero essere integrate nel secondo. Ieri il club rossonero ha smentito il coinvolgimento in questa seconda indagine, ma, secondo le stesse fonti della Figc, «la storia è ancora tutta da scrivere».

Intanto, a ben guardare, «sarebbe un errore dire che le altre società di calcio chiamate in causa nella prima fase dell’inchiesta e i loro dirigenti, siano stati assolti. Tant’è che nel dispositivo della sentenza i giudici Mario Luigi Torsello, Domenico Luca Scordino, Alberto Faini, Salvatore Lombardo, Mauro Mazzoni, Vincenzo Barbieri e Claudio Teodori, non utilizzano mai il termine “assolve”». La situazione non è di stallo, ma di «lavori in corso, giacché ancora non è stato possibile esaminare l’intera marea di carte trasmessa dalla procura subalpina. Documenti che potrebbero evidenziare elementi nuovi per altri procedimenti o revisioni».  Allo studio, almeno per ciò che riguarda Milan e Roma, oltre ai casi già citati, ci sarebbero altri due o tre scambi sospetti.

«La revisione è sempre possibile in qualunque momento spiega una fonte vicina alla procura federale-, in ambito sportivo come in quello penale. La revisione è regolata da norme precise. Quando emergono fatti nuovi si può riaprire il caso, per ridiscuterlo o per giungere immediatamente a una nuova sentenza, cosa accaduta due giorni fa». C’è poi l’aspetto penale che alle società- per ora solo la Juventus è stata coinvolta (anche se i magistrati torinesi hanno inviato le carte relative agli altri club alle procure competenti per territorio) - potrebbe costare caro. Il riferimento non è tanto ad eventuali condanne che potrebbero subire i manager, ma alla responsabilità dei club. 

 

Infatti le nuove norme sul falso in bilancio «prevedono la responsabilità diretta degli enti - spiega un magistrato - qualora siano stati coinvolte direttamente figure apicali delle società. Per la Juventus, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe voler significare anche la radiazione da tutti i campionati e dover far fronte a sanzioni che possono arrivare a 150 milioni di euro». Per avere un quadro, quantomeno verosimile, di ciò che accadrà alla serie A, sarà necessario attendere il mese di febbraio, sempre che i magistrati non decidano di accendere un faro anche sui campionati degli anni appena trascorsi.

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