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Milan, bomba-Kalulu: "Quei 480mila euro non sono finiti nelle mie tasche"

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“Venti minuti di Champions? Sono più intensi di una partita di Serie A. Dipende da chi affronti, però è vero che in Italia gli allenatori fanno più attenzione alla fase difensiva. In Francia si difende più in blocco, qui più individualmente, uno contro uno, il che a volte è più un rischio. Però partite contro Napoli e Inter sono sempre le più europee”. Dice così, con sincerità, il difensore del Milan, Pierre Kalulu, titolare indiscusso al fianco di Fikayo Tomori nella difesa a 4, e (da poco) anche insieme al sorprendente Malick Thiaw in quella a 3, reduce da quattro partite senza prendere gol. Il difensore francese — arrivato per 480 mila euro dal Lione dove giocava nella squadra B — si è raccontato in un’intervista a La Repubblica: "Sarà difficile il ritorno in casa del Tottenham, ma è un torneo che appartiene all'identità del Milan”.

E quando gli ricordano proprio il fatto di essere passato al Milan per "solo 480mila euro", il difensore con orgoglio replica: "La cifra non mi ha mai condizionato, quei soldi non sono finiti nelle mie tasche e non sta a me dire se qualcuno ha fatto un colpo e qualcun altro un errore. Però sono orgoglioso di essermi dimostrato più forte di quanto la gente pensasse"

Kalulu su Mbappé: “Chi non lo vorrebbe?”
Nel corso della lunga intervista, il francese ha toccato diversi argomenti, come Kylian Mbappé che ha espresso la sua passione in Italia per il Milan ("E chi non lo vorrebbe?") alle differenze con le squadre di Premier League ("Ti senti allo stesso livello ma il ritmo deve essere più alto, è tutto più veloce, cambia il tempo effettivo e sul campo lo senti"), ma è interessante soprattutto il racconto del suo sbarco nel mondo Milan: "Ero in seconda squadra al Lione, Maldini e Massara in videochiamata mi dissero cose entusiastiche sul mio modo di giocare: poteva dirmele solo chi mi aveva osservato a lungo. Questo mi ha lusingato. Per quanto facessi finta di niente, era molto bello: mi dissero che il Milan mi avrebbe aspettato 2 mesi, 6 mesi, 1 anno, 1 anno e mezzo". 

 

 

Quella chiamata di Tony Parker
Una corte serrata che ha dato i suoi frutti, nonostante qualcuno abbia provato a trattenerlo a Lione... "Mi ha videochiamato Tony Parker dagli Usa: pensavo di avere le allucinazioni, tre quarti d'ora di colloquio. Lui mi dice: conosco il tuo talento, la scelta è tua. Avere il suo numero in agenda non è da tutti”. Infine una battuta sulla questione del nuovo stadio: "A Lione si è passati dal vecchio Gerland a uno stadio futuristico. San Siro è diverso, ma se il club decide di abbandonarlo, vuol dire che ne abbiamo bisogno. Se ce ne sarà uno nuovo spero di vederlo prima di lasciare Milano".

 

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