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Gp Arabia Saudita, cambia il podio: dove arriva Alonso

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Prima il terzo posto, poi la penalità arrivata durante la cerimonia di premiazione. Per Fernando Alonso è stata una domenica controversa. La sanzione del via per non essersi piazzato bene in griglia, scontata in regime di Safety Car, ha creato scalpore, ma alla fine il 100° podio della carriera di Nando è arrivato per davvero. Tutto merito del suo team, l’Aston Martin, che poco prima delle 21 italiane (le 23 saudite) di domenica ha presentato ricorso alla Fia contro la seconda sanzione di 10 secondi, inflitta all’asturiano per non aver scontato correttamente la prima infrazione di cinque secondi subita a inizio gara.

Il meccanico e il cric

Per capire cosa è successo, però, bisogna tornare indietro a quando è entrata la Safety Car per il ritiro del compagno di Alonso in Aston Martin, Lance Stroll. Allora Fernando era tornato ai box per montare le dure e scontare i famosi cinque secondi subiti al via. Durante il pit-stop, però, l’auto dell’iberico era stata toccata dal meccanico posizionato con il cavalletto dietro la monoposto, quello che ha il compito di alzarla per permettere il cambio-gomme. Un comportamento che inizialmente era stato considerato come irregolare, perché rientrava nella definizione di “lavorare sulla monoposto”, attività vietata durante la penalità.

 

 

Il comunicato ufficiale: “Accordo team-Fia errato”

L’Aston Martin però è riuscita a far ricredere i giudici, facendo ricorso a un cavillo nel regolamento. Lo ha fatto presentando agli addetti della Fia il proprio materiale, prendendo a riferimento le camere del garage e a sette identici precedenti. Dimostrando che non esisteva un chiaro accordo tra i 10 team del Circus e la Federazione sul fatto che toccare la monoposto con il cric fosse considerato un "effettivo lavoro”. Il comunicato ufficiale sul ricorso accolto dall’Aston Martin è uscito alle 1.02 locali (le 23.02 italiane): “Il team ha dimostrato chiaramente — è scritto — che la presunta rappresentazione di un accordo tra la Fia e i team, che prevedeva che toccare la vettura in qualsiasi modo, anche con un martinetto, costituisse un ‘lavoro’ sulla vettura ai fini dell’articolo 54.4 (c) del Regolamento Sportivo, era errata e quindi la base della decisione del Commissario Sportivo era sbagliata”. Morale della favola: penalità confermata e George Russell (Mercedes) ritornato 4° dietro all’Aston Martin di Alonso e davanti al compagno di box Lewis Hamilton. Proprio come era terminata ufficialmente la gara di Jeddah.

 

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