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L'ex Serie A ha la Sla: in sedia a rotelle preso a calci e pugni a bordo campo

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Una vicenda incredibile e incresciosa sconvolge il calcio giovanile italiano. Stefano Turchi, 54 anni, ex calciatore dell'Ancona in Serie A a inizio anni 90 e con importanti trascorsi nelle serie minori con le maglie, tra le altre squadre, di Prato e Vis Pesaro, e oggi dirigente del settore giovanile del Brusaporto, è stato picchiato a calci e pugni dal genitore di un calciatore della squadra avversaria dell'Uesse Sarnico durante una partita ad Albano Sant'Alessandro, a Bergamo. A rendere il tutto ancora più grave il fatto che Turchi è oggi su una sedia a rotelle a causa della Sla, grave malattia degenerativa che gli è stata diagnosticata nel 2006. 

 

 

 

L'ex calciatore, pistoiese di nascita e residente oggi in Val Calepio, è stato trasportato all'ospedale di Seriate e medicato, con diagnosi di trauma cranico evidenziato dalla Tac. "Così non si fa calcio, sono distrutto moralmente - è stato il commento di Turchi -. Sono anche spaventato al pensiero che una persona come me che ama il calcio e che si trova in condizione di non potersi difendere può diventare vittima di una tragedia. Sto pensando di abbandonare tutto, di farmi indietro, nonostante tutta la mia vita sia stata dedicata al calcio".

 

 

 

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, un giocatore della Under 17 del Sarnico si è sentito male e suo padre è entrato con l'auto nell'area dietro alla porta. Quando l'allarme è rientrato, il genitore è comunque rimasto nello spazio riservato alle società per seguire la partita. A un certo punto si sono scaldati gli animi, l'uomo avrebbe dato in escandescenze e Turchi, vicino alla rete, avrebbe cercato di calmarlo ricevendo in tutta risposta dei colpi. Decisivo, per bloccare la colluttazione, l'intervento di altri dirigenti del Brusaporto.

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