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Inter e Roma in finale? "Tornata di moda la tattica": come ci favorisce

Claudio Savelli
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Il calcio in Europa ha diminuito la velocità. Per questo le squadre italiane sono tornate a galla. Dopo annidi ritmi forsennati in cui erano sommerse, ora si può respirare. E se le nostre respirano, nessuno le vuole incontrare. Se per anni le partite sono state un caos impossibile da organizzare, ora sono più razionali. Ha riguadagnato importanza la tattica, la capacità di stare in campo con ordine e di essere flessibili rispetto a ciò che succede. La Roma è maestra in questo perché è il credo di Mourinho.

 

 

L'obiettivo del suo gioco è il controllo. Dei ritmi, degli spazi e delle emozioni. Vuole inibire l'avversaria e ci riesce: il Bayer Leverkusen fatica ad alzare il ritmo e passa 90' con un grosso bastone tra le ruote. È la partita in cui succedono meno cose, meno palpiti, una calma piatta tra le mani dei giallorossi. Una lezione di gestione. Con questa seconda finale europea consecutiva, Mou è tornato in alto nella gerarchia del pallone europeo, di nuovo Special in un calcio che lo aspetta, più lento e tattico. Allegri non ci riesce perché resta in una via di mezzo, in un limbo.

 

 

La sua Juve non è così convinta di potersi difendere a oltranza, ogni tanto desidera attaccare ma non ne ha gli strumenti, e così incassa il gol fatale dal Siviglia e si avvia ad un finale di stagione difficile da gestire. Anche la Fiorentina prova a essere più tattica, più italiana e meno di Italiano, memore del fianco concesso all'andata con il Basilea. Il mister rinuncia a qualcosa per ottenere il massimo, che arriva all'ultimo secondo, come premio all'opportunismo. Sono tre finaliste italiane su tre finali europee. Mica male per un calcio in crisi.

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