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Nicolò Fagioli, "quel brutto giro a Piacenza": ombre nerissime sullo juventino

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Il primo a finire coinvolto nel caso scommesse. Nicolò Fagioli però si è subito autodenunciato, presentandosi con i suoi legali in procura a Torino per parlare del tema di fronte a chi si sta occupando di questa indagine. Secondo il Corriere della Sera, il centrocampista sarebbe finito dentro l’inchiesta quasi all’improvviso, mentre gli agenti di polizia avevano puntato gli occhi su un personaggio sospettato di avere contatti con la criminalità organizzata oltre a essere indiziato di essere tra le figure che tenevano le fila delle piattaforme. Agli atti ci sarebbe pure un incontro in un bar di Torino, mentre nel dialogo tra due procuratori sportivi, nell’aprile scorso, si parlerebbe di un “brutto giro di Piacenza”, la terra natale di Fagioli.

Corriere: per Fagioli ipotesi inizia che ci fosse un giro di prestiti e di estorsioni
Sempre secondo il Corriere, delle scommesse del giocatore ne erano al corrente in molti, ma in pochissimi sapevano che Nicolò giocasse su piattaforme illegali. Già a gennaio, si legge sul quotidiano milanese, proprio nel giorno di Cremonese-Juventus (finita 0-1), alcuni agenti sportivi chiacchierarono proprio del “problema” di Fagioli. Appuntamento non casuale, poiché a Cremona il centrocampista ci aveva giocato la stagione precedente.

 

Un’inchiesta che allora rimase trattata in una differente maniera, visto che all’inizio si fece l’ipotesi che dietro a Fagioli ci potesse essere un giro di prestiti e di estorsioni: dietro, nel senso che lui ne fosse la vittima. Ma poi è emerso l’aspetto delle scommesse sui siti illegali. Quando poi Fagioli è stato interrogato, e ha consegnato il cellulare, da quel momento, messaggi, chat e contatti, hanno mostrato il mondo vasto che c’era dietro.

 

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