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Simone Inzaghi, Inter-stop con il Genoa? Cosa ha imparato

Claudio Savelli
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Ci vuole calma. Nella vita come nel calcio, soprattutto in quello contemporaneo. Di squadre poco organizzate ce ne sono poche e, paradossalmente, lo sono quelle di alta classifica. In fondo sono tutte di alto livello dal punto di vista tattico. Un esempio è il Genoa di Gilardino. Non avrà tutta la qualità del mondo ma è ben messo in campo, sa cosa fare, è intenso e dinamico. In poche parole, è costruito e allenato da persone competenti e appassionate.

L’organizzazione dà fiducia ai giocatori d’oggi, ormai pensanti, intellettualmente più complessi rispetto ad un tempo. Infatti il Genoa crede di poter fare risultato contro l’Inter, soprattutto ora che la capolista vive il momento meno brillante della stagione. Il fatto che nessuno se ne sia accorto è un merito di Inzaghi e dei suoi uomini, più saggi che mai. L’Inter soffre l’assenza di quattro titolari, come è normale che sia. Solo che, a differenza di altre, lo fa in silenzio.

 

 

 

Sblocca una partita complicatissima, spreca il vantaggio ma, anche se manca ossigeno, mantiene la calma. E accetta 1) la fatica, 2) l’idea di pareggiare a Marassi. Come aveva dimostrato contro la Juventus, l’Inter sa che in certi casi un punto vale una vittoria. Ci vuole calma, quella che il Napoli non ha più. La perde pure Mazzarri che, in sede di presentazione, aveva allegramente giurato che non si sarebbe mai più lamentato degli arbitri.

 

 

 

Diceva di essere un uomo nuovo, invece rieccolo espulso e polemico. D’altronde i punti non arrivano e l’idea che nulla si possa sistemare si fa pesante. Da salvatore della patria a parte in causa di una storica mancata qualificazione europea è un attimo. Mentre De Laurentiis mette le mani avanti, per Mazzarri sarebbe un dramma professionale. 

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