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Nole Djokovic, "mi chiedo se ne vale la pena": cambia tutto

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Non ha intenzione di lasciare, Nole Djokovic, ma a 36 anni suonati il serbo dominatore del tennis mondiale incominci a sentire il peso psicologico, prima ancora che fisico, dell'età e di 20 anni passati a duellare con due mostri come Roger Federer e Rafa Nadal.

Ora che come avversari ha ragazzi scatenati di quasi 20 anni più giovani come Carlos Alcaraz e l'italiano Jannik Sinner, il vincitore nel 2023 di tre Slam su quattro e delle Atp Finals si prepara agli Australian Open senza nascondere, in una intensa intervista a Sport Klub qualche segnale, se non di cedimento, perlomeno di incertezza.

 

 

 

"Ad essere sincero sono un po' diviso - ammette Djokovic -. In una parte di me c'è ancora il ragazzo giovane che ama il tennis e dedica tutta la sua vita a questo sport. Quel ragazzo vuole ancora continuare ma sono anche padre di due figli e sono lontano dalla mia famiglia. Ogni volta che viaggio per un lungo periodo mi si spezza il cuore. Penso sempre a quanto tempo dovrei giocare, quanti tornei e se ne vale la pena".

 

 

 

L'obiettivo per il nuovo anno sarà "selezionare", sia per garantire una tenuta fisica ottimale sia per godersi un po' di più la famiglia, ovviamente sempre nel limite imposto dagli impegni di altissimo livello che lo attendono. E allora fari puntati "sugli Slam e le Olimpiadi, ma a parte questo non ho idea di quali tornei giocherò o meno. Ho ancora fame e voglio continuare a competere. Posso correre per ore ma c'è un aspetto più emotivo, il tennis è la mia priorità da più di 20-30 anni e non voglio perdere troppi momenti con i miei figli". Un piccolo spiraglio di ottimismo per chi, come Alcaraz e Sinner ma anche Daniil Medvedev e Rune.

 

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