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Supercoppa italiana, prendi i soldi e scappa dall'Arabia: il montepremi d'oro

Claudio Savelli
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La nuova Supercoppa ha un superpotere: non piacere a nessuno prima di essere disputata. Incredibile e tipicamente italiano. Ogni volta che si parla di lei, nasce spontaneo nelle nostre menti l’invito al palazzo del calcio: abolirla, no? Eh, no. Non più, non quest’anno che vale molti soldi. Nello specifico, 23 milioni di euro di cui 16,2 ai club partecipanti e così suddivisi: 1,6 milioni ciascuno alle due semifinaliste sconfitte; 5 milioni alla finalista sconfitta; 8 milioni alla vincitrice. Buttali via. Ci compri un buon giocatore, ci paghi un ottimo ingaggio. Avrà anche dei difetti, ma quale altra competizione dona un simile cachet per giocare una o due partite al massimo? Dicono sia un fastidio giocare in Arabia Saudita, ma non è peggio di una trasferta europea a cui Napoli e Fiorentina (giovedì alle 20, diretta Canale 5), Inter e Lazio (venerdì alle 20, diretta Canale 5), le quattro partecipanti in ordine di apparizione, dovrebbero essere abituate. E non è gradito il nuovo formato allargato con semifinale e finale (in programma lunedì alle 20) ma è un dazio piccolo rispetto al grande aumento del montepremi che fino allo scorso anno era pari a 7,5 milioni in tutto, da spartire tra vinti, vincitori e palazzo. Di fatto è triplicato.

IL PARADOSSO
Contenti tutti, no? No. Paradossale che la critichino allenatori e presidenti, cioè coloro che con quei soldi 1) vengono lautamente retribuiti, 2) possono acquistare o ricevere rinforzi sul mercato. Se ne è ovviamente lamentato Maurizio Sarri, tecnico della Lazio che si dice «felice di essere vecchio se con tutti i problemi che ci sono nei calendari, si fa una Supercoppa a quattro», e non ne è felice nemmeno De Laurentiis che denunciava lo stato dei campi in terra araba e minacciava di non mandare il Napoli a giocare, noncurante del fatto che molti terreni di gioco in Italia, in questi giorni, sono messi decisamente peggio. Prendi i soldi dall’Arabia e scappa, come ha detto Sarri? Sì e no perché la Supercoppa è anche un trofeo comodo da raggiungere, due botte e via. Anche con il nuovo formato resta il migliore in rapporto allo sforzo. Per il Napoli, campione d’Italia in carica, è un’occasione d’oro per evitare una stagione da dimenticare: la Supercoppa non laverebbe tutti i mali ma potrebbe restituire quel briciolo di lucidità necessaria per prendere le giuste decisioni nel prossimo futuro. La Fiorentina potrebbe dare sostanza al progetto firmato Italiano: un trionfo dopo due finali perse (di Coppa Italia e di Conference League) certificherebbe il salto di qualità della squadra a livello mentale. E offrirebbe lustro ad un club che sta facendo le cose per bene, tra Viola Park e tentativi di costruzione del nuovo stadio vanificati solo da regole e scelte illogiche. Per la Lazio è una piccola tradizione: ne ha vinte cinque e la sesta darebbe un senso alla reggenza-Sarri, che si lamenta di un trofeo ma ne avrebbe bisogno.

 

 


Per l’Inter è un discorso a parte: sembra quasi un obbligo e qualche mugugno in caso di sconfitta arriverà. Ma non è vero che i nerazzurri non hanno nulla da guadagnare. Oltre ai soldi, in palio c’è lo slancio emotivo in vista della volata finale. Una formula già testata lo scorso anno, quando il 3-0 al Milan servì da rampa di lancio per spiccare il volo fino a Istanbul. Nessuno può contare sulla speciale energia che la Supercoppa offre a metà stagione, in primis la Juventus che non vi partecipa. È il vantaggio che l’Inter può prendersi per compensare allo svantaggio del calendario che obbliga i nerazzurri ad arrivare allo scontro diretto del 4 febbraio con una gara in meno e potenzialmente sotto in classifica. Stringi stringi, l’unico vero difetto della Supercoppa è il momento in cui si gioca. Cioè a metà stagione, in una data che viene definita dopo qualche mese dall’inizio e che obbliga quattro squadre a distogliere l’attenzione dal campionato. Meglio farla prima, come da tradizione, in chiusura di una stagione e in apertura di un’altra. Certo, ad agosto in Arabia Saudita fa troppo caldo, ma con tutti quei soldi una soluzione si trova, no?

 

 

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