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Renè Arnoux ad alzo zero sulla Ferrari: "Perché la boccio, chi ha ostacolato Leclerc"

Leonardo Iannacci
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Renè Arnoux è un simpatico pilota-viveur francese che a Maranello ricordano in tanti. E in tante. Arrivò nel 1983 per sostituire nel cuore dei tifosi e di Enzo Ferrari un fenomeno volato in cielo l’anno prima: Gilles Villeneuve, del quale era amico. Arnoux è stato pilota Ferrari per tre anni, ha sfiorato il mondiale nel 1983 e ha lasciato un’impronta nella storia del Cavallino Rampante. Mai diplomatico, ancora oggi è un fiume in piena quando analizza gli ultimi accadimenti del suo ex mondo. Ne ha per tutti.

Renè, cosa pensa della F1 che inizia il 2 marzo?
«Non mi piace affatto. Ai miei tempi il pilota valeva il 50% nel rapporto con la macchina, ora il 25% e la monoposto il 75%. In F1 vincono la tecnologia, le strategie ai box e le gomme. Il povero pilota incide al minimo».

Addirittura? Quindi Verstappen deve ringraziare soprattutto la Red Bull?
«Max è molto forte ma senza Adrian Newey che gli progetta ogni anno una Red Bull spaziale sul versante aerodinamico, dove sarebbe? I tre titoli mondiali li avrebbe vinti?».

 



Non le pare di esagerare?
«Basta guardare i gran premi nei quali Verstappen è partito dalle ultime posizioni. Con quel razzo sotto il sederino è andato a vincere con la sigaretta in bocca. Al volante di una Haas cosa avrebbe fatto? Però devo ammetterlo, è un gran pilota. Il migliore attualmente».

Da fenomeno a fenomeno: Hamilton in Ferrari? Voto all’operazione?
«Basso. Mi spiegate il significato di averlo annunciato con un annodi anticipo? È stata soltanto un’operazione di marketing, pure poco lineare».

Si spieghi meglio...
«Il 2 marzo inizierà una stagione dove Sainz, umiliato, sarà costretto a guidare una Ferrari che non crede più in lui. Altro che parlare di professionismo e serietà. E Hamilton l’ha combinata grossa».

In che senso?
«Ha mollato la scuderia che gli ha dato per anni una monoposto imbattibile e lo ha fatto con poca educazione. Quasi sbattendo la porta».

Non le sembra di essere troppo cinico?
«Io cerco sempre di mettermi nei panni di piloti, guardo il lato umano e dico che questa operazione è sciocca. Bastava tenere tutto sott’acqua e fregarsene del resto, cioè del marketing».

Ha studiato bene la Ferrari SF-24?
«Ho visto le fotografie e mi sembra che la macchina sia stata migliorata in tanti particolari. Ma da qui a dire che vincerà il mondiale ce ne passa».

Le novità annunciate porteranno a risultati migliori rispetto al 2023? Lo scorso anno Maranello ha vinto solo una gara, e con Sainz.
«Prevedo 3-4 successi, tutti di Leclerc».

Sia onesto: Charles è un potenziale campione oppure rimarrà un’eterna promessa?
«È stato molto frenato da Binotto che stava dalla parte di Sainz e lo ha ostacolato per anni. Inoltre Leclerc ha guidato delle Ferrari piene di problemi. Per questo andava oltre le righe e sbagliava spesso. Ci ha messo anche del suo ma con una macchina finalmente a posto limiterà gli eccessi».

Come andranno le cose fra lui e Hamilton nel 2025?
«Bene. Nel senso che, con 15 anni di meno, Leclerc evidenzierà i 40 di Lewis. A quell’età non si guida più come prima».

Alonso, a 43, va ancora forte, però...
«Va a sprazzi ma non vince più. Con l’Aston Martin competitiva d’inizio stagione saliva sul podio, quando la macchina è peggiorata si è visto che non poteva fare l’impossibile».

La McLaren si annuncia come la quarta forza del campionato dopo Red Bull, Ferrari e Mercedes?
«Può essere la sorpresa della stagione. Ha due piloti forti. Fossi un team manager metterei subito sotto contratto Norris, vale Leclerc».

Renè, cosa ricorda dei suoi anni a Maranello?
«Tutto. Ogni istante è stato magico, con i tifosi ma soprattutto con il Drake (Enzo Ferrari, ndr). Mi voleva bene. Quando provavo le Ferrari a Fiorano, all’ora di pranzo mandava il segretario con l’invito a pranzo. Uscivo dall’abitacolo e andavo nel suo ufficio. Davanti ai tortellini parlavamo di tutto, anche di donne. Le adorava. E quando gli raccontavo mie cose segrete, si versava il lambrusco e ascoltava interessato».

Un rimpianto?
«Sono astemio e non ho mai accettato quel bicchiere di lambrusco che mi offriva puntualmente. Il Drake mi guardava male. Uno sgarbo che non riesco a perdonarmi».

 

 

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