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Stelano Pioli come Tafazzi, dietro le quinte del Milan: come si è rovinato la vita da solo

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Claudio Savelli
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Aveva trovato la formazione titolare dopo tanto penare tra infortuni e piroette tattiche. Aveva battuto il Rennes all’andata con un rassicurante 3-0. Aveva la possibilità di superare la Juventus e conquistare il secondo posto perso proprio nello scontro diretto contro i bianconeri alla nona giornata (0-1). Un secondo posto che non vuol dire molto in termini pratici, sempre pass in Champions è, ma che avrebbe dato entusiasmo, continuità (erano 10 risultati utili consecutivi, 8 vittorie e 2 pareggi) e, soprattutto, avrebbe certificato la definitiva uscita dalla crisi. In più, il Milan giocava a Monza, una non-trasferta in cui il viaggio è insignificante e non può stancare. Nel momento in cui confermare l’undici titolare è un dovere, Pioli fa turnover.

Un turnover peraltro poco equilibrato, non tanto nella quantità di cambi ma nei ruoli. Cambiare tutto il tridente offensivo è una follia, e se è vero che Leao e Pulisic hanno giocato il secondo tempo, avrebbero allora potuto giocare il primo. Stesso discorso per Giroud: Jovic avrebbe tranquillamente potuto giocare in Europa League. Al massimo li cambi all’intervallo, sperando che il risultato sia indirizzato. Sarebbe stato lo stesso minutaggio nelle gambe dei titolari ma con messaggio ben diverso dato dalla formazione iniziale: testa al campionato ché il secondo posto è lì da prendere al volo, non al ritorno con il Rennes di giovedì. Sarebbe stato un discorso logico anche se quest’ultimo non fosse stato scontato, figurarsi con un 3-0 di margine. Pioli ha poi cercato di riparare il danno ma si è beccato la beffa. I titolarissimi hanno dovuto giocare per rimontare due reti con la squadra in dieci uomini, correndo quindi di più: fatica doppia. Stesso discorso si può fare per Adli e Bennacer preferiti a Reijnders e Musah: trovi finalmente l’equilibrio e l’alchimia in mediana e che fai? La cambi tutta.

 

 

«È stata una serata storta», ha detto Pioli: è vero, ma già da prima del fischio di inizio. I due gol del Monza nel finale di gara in risposta alla rimonta rossonera sono sembrati una specie di atto di giustizia del calcio nei confronti delle scelte strane del mister rossonero. Pioli sembra complicarsi la vita da solo. Era uscito dalla crisi e stava recuperando qualche consenso perché aveva cancellato tutte quelle scelte cervellotiche che sabotavano il Milan. Stava andando alla grande perché aveva semplificato gerarchie, sistema di gioco e schemi, ed ecco che ricomplica le cose e tutto crolla. È proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci: Pioli a Monza non lo è stato. E la cosa forse peggiore è che dopo la partita non ha ammesso alcuna colpa ma ha affermato che le scelte erano corrette. 

 

 

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