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Jannik Sinner: "Ho pianto. E dopo due ore...", quello che non aveva mai rivelato

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Dopo gli Australian Open, anche l’Atp 500 di Rotterdam. Per Jannik Sinner è un super momento e il 22enne tennista di Sesto si è intanto raccontato in una lunga intervista a Vanity Fair: “Mi piace parlare di tennis dello sport in generale — sono le sue parole — Ma la vita privata voglio mantenerla tale. Voglio proteggere le persone che mi sono più vicine, tenendole fuori da tutto ciò. Lo vivo come un piccolo compito da svolgere, quasi un dovere. Le interviste? Quando ne fai tante, ti fanno sempre le stesse domande e ti tocca dare sempre le stesse risposte. Sto sempre attento a quel che dico, o almeno ci prova. Rispondere in modo non del tutto giusto o vero sarebbe come buttarmi nel fuoco. Le risposte sono quelle perché sono onesto, mi piace andare dritto al punto”.

Sinner: “Dopo gli Australian Open subito in palestra, circondato da persone giuste”
Alle sfide di tennis, Jannik si prepara in maniera quasi ossessiva: “Posso gestire meglio i momenti di difficoltà, c’è ancora tanto che posso imparare dai miei errori — ha aggiunto — Ora sto giocando bene ma arriveranno momenti più difficili, è importante lavorare adesso per affrontarli preparati”. Una preparazione che nasce dal suo team e della persone di cui Sinner si è circondato: “Credo di aver trovato le persone giuste al momento giusto, che mi hanno indicato la strada. I hanno aiutato a crescere e conoscere meglio me stesso”. Dopo gli Australian Open, Sinner non si è concesso neanche un bicchiere di champagne e dopo due giorni è subito tornato in palestra: “In questo momento sono molto attento al mio corpo — ha detto — Dopo la finale di Melbourne sono volato in Italia il giorno dopo e la mattina seguente ero in palestra. Non ho festeggiato in modo esagerato, non ho bevuto perché non fa bene al corpo. Siamo andati a mangiare qualcosa e poi sono tornato in hotel”.

 

 

Sinner: “Sanremo? Dico no al 99% degli inviti, penso solo al tennis”
Alla finale Sinner ci ha ripensato solo per capire cosa non aveva funzionato nei primi due set contro Medvedev: “La sensazione era molto bella ma non ho fatto grandi pensieri — ha detto ancora — Ho guardato un po’ di film e sono andato a dormire. Ci ho ripensato in volo, a come potrei migliorare ancora. Mi sono chiesto come mai fossi finito due set sotto e perché non avessi reagito prima”. E sul no a Sanremo: “Il 99% delle volte dico no agli eventi in generale — ha detto Sinner — Ma il motivo è semplice. Mi voglio concentrare sul tennis e cercare di evitare le distrazioni”.

Sinner: “Quella volta che arrivai a Bordighera e piansi…”
E sulla famiglia: “Avevo 13 anni e mezzo quando sono andato via di casa e appena sono arrivato a Bordighera mi sono messo a piangere — le parole di Jannik — Li ho chiamati dopo due ore, loro magari pensavano di dovermi venire a riprendere, invece ho detto loro di stare tranquilli. Ho avuto la fortuna di andare in una famiglia fantastica, quella di Luca Cvjetkovic, c’erano due figli e anche un cane. Io non l’avevo mai avuto un cane”. Dopo Melbourne “ho videochiamato la mia famiglia e c’era anche nonno Joseph — ha concluso Sinner parlando anche del fratello adottivo Mark — A due anni e mezzo ho iniziato a sciare perché vedevo lui sulle piste. È sempre stato il mio migliore amico, non ci chiamiamo spesso ma siamo legati in maniera incredibile”.

 

 

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