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Red Bull, sospesa la dipendente che ha denunciato Chris Horner

Leonardo Iannacci
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È andato in onda l’ennesimo capitolo del “Red Bull mistery” con protagonisti il team manager Chris Horner e la dipendente che lo ha accusato di comportamenti «inappropriati e trasgressivi» sul posto di lavoro. Si vociferava di un possibile licenziamento della donna, che sarebbe la sua assistente personale Fiona Hewitson, indicata dal quotidiano spagnolo Marca addirittura come l’amante di Jos Verstappen.

Di ieri, però, la notizia che costei è stata solo sospesa dalla Red Bull: è rimasta a Milton Keynes sino a questa settimana, poi è stata invitata a non recarsi più in azienda. Il team non ha rilasciato dichiarazioni sulla questione: «Non siamo in grado di commentare perché si tratta di una questione interna». La dipendente pare sia stata sospesa «a stipendio pieno», dettaglio che a livello formale indica come la decisione faccia parte di un’indagine in corso nei suoi confronti. L’idea di congelarne la posizione sta a indicare che, dietro alla vicenda che riguarda i rapporti fra la donna e Horner, ci sono però altre dinamiche interne all’azienda e che gli equilibri- non certo i risultati in pista - stanno cambiando rispetto a qualche mese fa quando Horner era “l’allenatore” amato ai boxe Adrian Newey lo stratega ideale per costruire monoposto trionfanti.

 

 

Le voci di mercato che vengono da Hamilton («Verstappen è nella lista Mercedes per il 2025») e dai media («Newey potrebbe lasciare MIlton Keynes e approdare a Maranello») non fanno che aggiungere polvere al polverone per indebolire la Red Bull. Dove due fazioni- quella thailandese pro-Horner e quella austriaca che lo vuole silurare, ben vista da Toto Wolff, Liberty Media e FIA, sono in disaccordo. È una lotta politica. Oppure, come diceva Michael Corleone ne Il Padrino: solo una questione di affari. Il sexy-gate c’entra fino a un certo punto.

 

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