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Daniele De Rossi, il peccato di gioventù che gli è costato caro a Firenze

Claudio Savelli
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Non è la prima volta che Daniele De Rossi scivola in un peccato di gioventù della panchina. Anche con il Frosinone e il Torino era andato in "overthinking", pensare troppo fino a scegliere la soluzione sbagliata. Al Franchi schiera una Roma di nuovo con il 3-5-2 che aveva giustamente cancellato come primo atto della sua avventura in panchina. Praticamente De Rossi fa un po’ l’Italiano di turno, preferendo mosse a sorpresa alla continuità di interpreti e struttura della propria squadra. Pensare agli altri prima che a se stessi era quel che faceva Mourinho e che De Rossi prometteva di non fare più: succede e infatti il primo tempo al Franchi finisce 1-0 per la Viola. Più propositiva, connessa, aggressiva: segna Ranieri sugli sviluppi di un calcio d’angolo al 18’, poi l’ex Belotti sfiora la rete in un paio di occasioni. De Rossi è costretto a sostituire Mancini, che non la prende benissimo, al 33’ perché ammonito dopo soli cinque minuti e a rischio espulsione in un paio di occasioni. Il difensore giallorosso rimedia un cartellino giallo perché esce in aggressione verso l’esterno alle spalle di un Angelino che a destra è adattato, cosa che non sarebbe successa se avesse giocato centrale in una linea a quattro e se ci fosse stato un terzino destro da quella parte.

Sbagliando si impara se si è persone intelligenti, appassionate e umili e De Rossi è tutte queste cose. Tant’è che all’intervallo sistema tutto: difesa a quattro con Angelino a sinistra, Huijsen (entrato al posto di Mancini) a destra e baricentro subito più alto di una decina di metri. Non è magia, è tattica. In questo fare e disfare di De Rossi, Italiano fa un po’ da spettatore alla partita. La sua Fiorentina si ritrova sommersa dall’onda giallorossa dopo un tempo governato e per inerzia incassa il gol del pareggio: Dybala, che per un’ora è evanescente, taglia in due la Viola, serve Angelino che a sinistra può metterla con il piede forte e Aouar accorre per il tap-in di testa. Bene davanti, malissimo dietro: pochi minuti dopo, lo stesso Aouar si perde Mandragora in area mentre El Shaarawy e Llorente scivolano in contemporanea.

 

 

Buco clamoroso, 2-1 Fiorentina. Altra ingenuità, stavolta di Paredes: trattenuta piccola ma visibile su Belotti ed è rigore che Biraghi, però, si fa parare da Svilar. All’ultimo secondo, ma proprio l’ultimo, Llorente si fa perdonare l’errore e fa 2-2 con un tiro della domenica. Così De Rossi evita il secondo ko della gestione e raccoglie il primo pareggio con cui accorcia sul Bologna (-3) mentre la Fiorentina resta sotto il Napoli. Per il quinto posto che probabilmente varrà la Champions sarà comunque corsa a quattro.

 

 

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