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Jannik Sinner e la rinuncia di Djokovic: tennis, si aprono scenari clamorosi

Lorenzo Iannacci
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Chissà quale piatto prelibato avrà preparato papà Hanspeter, cuoco ufficiale del Sinner-team, per festeggiare l’ingresso nella semifinale di Indian Wells del figlio. Già, perché Jannik ha triturato senza difficoltà alcuna il muscolare della Repubblica Ceca Jiri Lehecka, numero 32 del seeding, un tipo che tira forte ma nulla più. Pur non supportato dal servizio (27% nella prima palla) e poco infastidito dal vento che spirava forte sul campo numero 2 di Indian Wells, in soli 84 minuti Jannik ha vinto con lo stesso punteggio entrambi i set: 6-3, 6-3. Ha sfruttato due break nella prima frazione, il primo decisivo sul 2-1 quando ha allungato, e il secondo nel finale del set.

Poi ha giocato come fa il gatto con il topo nel secondo: infastidito dalla prima che non entrava ha però trovato buone seconde palle e risposto alla maniera del miglior Djokovic contro il goffo Lehecka. Il tennista- culturista della Repubblica Ceca è stato condannato da ben 35 errori gratuiti contro i soli 13 di Sinner. Il campione di Melbourne ha così allungato il suo personale primato a 19 vittorie consecutive (16 nel 2024) e affronterà domani la semifinale con l’obiettivo di salire al numero 2 del ranking, sorpassando l’amico-nemico Carlitos Alcaraz.

«Una vittoria importante e non facile contro Jiri, non lo avevo mai incontrato prima in un major, solo anni fa quando eravamo bambini. Quando si gioca la mattina qui c’è sempre vento ma le cose sono andate bene anche se il servizio è andato così così. È la mia sesta semifinale in un 1000», ha detto Jannik prima di filare via, da papà Hanspeter che stava spadellando per il figlio e per il team. Dice Jannik: «Per me è importante stare con mio padre durante i tornei, è bello recuperare un po’ del tempo in cui siamo rimasti lontani. Avere lui che cucina per noi è un modo per sentirci più vicini e crea una bella atmosfera. Fino all’anno scorso ha lavorato come cuoco in Italia, adesso sta con il mio team».

Nella notte fra mercoledì e giovedì si era invece fermata l’avventura californiana di Luca Nardi, il ragazzo di Pesaro che ha creato comunque un terremoto nella testa di Djokovic. Dopo la sorprendente vittoria ottenuta contro Nole, Nardi è stato eliminato da Tommy Paul (6-4, 6-3 il punteggio a favore dello statunitense). Nole, in piena crisi di risultati e di certezze, non è rimasto insensibile alla brutta sconfitta rimediata contro l’italiano, a tal punto da annunciare il clamoroso ritiro dal secondo 1000 di stagione sul cemento americano: il Masters di Miami, in programma dal 20 al 31 marzo.

 

L’aver perso al terzo turno di Indian Wells contro un giocatore che ha la posizione numero 123 nel ranking, ha ferito Djokovic a tal punto da convincerlo a un forfait davvero inatteso dal torneo della Florida. Un appuntamento sul cemento veloce a lui caro, in cui si è imposto sei volte e che sembra fatto su misura per il suo tennis. Una scelta estrema che fa pensare a una nuova programmazione del proprio fisico da parte di Nole vista l’età (36 anni e mezzo) e visti i suoi obiettivi in divenire (Roland Garros, poi i Giochi Olimpici di Parigi, naturalmente Wimbledon e l’ultimo Slam dell’anno, gli US Open a Flushing Meadows). Djokovic si prende quindi una pausa e punta alla stagione sulla terra battuta che si preannuncia particolarmente densa.

Il prossimo appuntamento dove troveremo il serbo in campo sarà, con tutta probabilità, il 1000 di Montecarlo, dal 7 al 14 aprile, sotto il sole della Costa Azzurra e nello scenografico Country Club di Roquebrune. A meno che, anche lì, non spunti dal nulla un altro gremlin che parla italiano.

 

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