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Jannik Sinner maniacale e ossessionato: subito dopo la fine della partita...

Roberto Tortora
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Lehecka aveva battuto Rublev e Tsitsipas, poi è arrivato ai quarti e ha trovato Jannik Sinner… e il suo cammino a Indian Wells è finito lì. Il tennista altoatesino, quindi, non conosce sconfitte ed è in semifinale al torneo californiano, dove affronterà Carlos Alcaraz, l’avversario di cui spera di raccogliere presto la posizione numero 2 nel ranking mondiale. Tutto bello, tutto fantastico? Per Sinner no, vincere non basta, è un perfezionista e vuole anche un tennis perfetto, niente viene lasciato al caso. Così, dopo aver battuto Lehecka ha fatto appena in tempo ad uscire dal campo e la sua testa è volata già al prossimo allenamento. 

Si è rivolto subito al suo allenatore Cahill, presente sugli spalti, mimando il gesto con la racchetta per fargli capire che bisogna lavorare ancora. Un gesto che non è sfuggito alle telecamere. Evidentemente ha voglia di lavorare sul servizio, un po’ più fiacco del solito nell’ultimo match.

Maniacale, ossessivo, concentrato: Jannik Sinner ci si nasce sì, ma lo si diventa anche con un’applicazione senza precedenti a quella passione che ora è la sua vita. Nel post-partita si è capita subito la mentalità del ragazzo di Sesto Pusteria, che ha detto con lucidità: “Ci sono dei giorni in cui servo molto bene e altri in cui faccio più fatica. Oggi nel secondo set non ho servito molto bene, so che devo migliorare ancora in questo. Nel futuro sarà uno dei colpi migliori, perché è l’unico colpo in cui ti puoi gestire in autonomia”. 

 

Non è la prima volta che Sinner manifesta pubblicamente il suo disappunto per una partita, accadde esattamente un anno fa proprio a Indian Wells. Quella volta, dopo il match vinto contro Mannarino, Sinner si rivolse invece all’altro suo coach, Vagnozzi, urlandogli: “Vagno, andiamo al campo!”. Del resto, Jannik ha saltato anche il Festival di Sanremo, dopo aver vinto gli Australian Open, proprio per questo: alle luci dei riflettori di un teatro ha preferito quelle che illuminano i campi da tennis dove deve lavorare e ancora lavorare. Lavorare sempre. Per diventare presto il numero uno al mondo.

 

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