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Inter, ora bisogna convivere con il rimpianto del sorteggio di Champions

Claudio Savelli
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Premesso che associare all’Inter il sorteggio toccato all’Atletico Madrid è un gioco privo di logica, giochiamo. Ai colchoneros, meglio di così non poteva andare: la più facile ai quarti, il Borussia Dortmund, e la seconda più facile in semifinale, una tra Psg e Barcellona. Le più forti e quelle che giocano meglio sono tutte di là e una delle due favorite, Real Madrid o Manchester City, toglierà il disturbo. Visto che il Borussia è fragile e di Psg e Barcellona, al netto di Mbappé, intimorisce più il nome che non la sostanza, un centesimo sull’Atletico in finale è doveroso metterlo. Bene. Ora guardando questo sorteggio all’Inter possono continuare a girare i palloni, oppure si può trarne un insegnamento perfino più utile della sconfitta con l’Atletico. Il tabellone malandrino ricorda che la Champions non ha mai un coefficiente di difficoltà crescente.

I quarti e le semifinali possono essere più facili degli ottavi, che sono il vero crocevia della competizione. Dunque serve arrivare al massimo della forma tra febbraio e marzo, piuttosto che in primavera inoltrata. L’Inter non è arrivata al ritorno di Madrid al massimo dello splendore perché ha prodotto uno sforzo enorme per strappare in campionato: ci sta, ma ne ha pagato dazio. Il sorteggio ricorda poi che c’è qualche forza divina che tende a bilanciare il percorso in Champions. Se inizi in salita e scollini avrai un tratto in discesa. Viceversa, se parti morbido prima o poi ti si presenta una montagna davanti. È sempre così.

 

 

Quindi bisogna riconoscere le salite e l’Inter, forse, ha pensato che l’Atletico non fosse la più ripida. Probabilmente lo era. Terminato il giramento di palloni, l’Inter prenda il sorteggio, lo stampi e lo incolli in ogni corridoio di Appiano Gentile per ricordarsi due cose importanti: c’è ancora del lavoro da fare per essere sempre nelle prime otto d’Europa, ma quel lavoro non è poi molto. In un anno è passata da “sorpresa” a “illustre assente”. È un discreto punto di partenza. Basta riconoscerlo come tale.

 

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