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Serie A, Juve a picco: Marusic al 93' fa gioire la Lazio e Tudor

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Marusic rovina la Pasqua alla Juventus e a Massimiliano Allegri, che nel giorno delle 500 panchine in Serie A vede complicarsi la corsa alla Champions League 2024/25, obiettivo dichiarato di inizio stagione e che dopo un girone d'andata strepitoso la Vecchia Signora ha nuovamente messo in discussione complice il deludente ruolino di questo periodo nero. I due punti raccolti nelle ultime quattro gare (un solo successo nelle ultime nove) fanno suonare adesso più di un campanello d'allarme in casa bianconera: il secondo posto del Milan sembra lontanissimo, dietro le rivali incalzano e ora fanno davvero paura. Se la Juventus continua a bisticciare con la vittoria, dall'altra parte invece la rete sul gong del difensore montenegrino mette le ali a una squadra che, con l'arrivo di Igor Tudor al posto di Maurizio Sarri, sembra aver già cambiato pelle. La ventata di novità e freschezza, atletica e tattica, portata dal tecnico croato vale il settimo posto: difficile sognare qualcosa di più in campionato, ma Immobile e compagni possono contare sul salvagente Coppa Italia - dove troveranno di fronte di nuovo la Juventus - per provare a salvare la stagione.

Tudor sorprende tutti, e in parte lo fa anche Allegri. Castellanos viene preferito a Immobile, alle sue spalle Tudor rispolvera Pedro affiancandogli Zaccagni, con il jolly Felipe Anderson esterno di centrocampo. L'altra sorpresa è Kamada, in mezzo con Cataldi a fare interdizione al posto del titolare Guendouzi. Dalla parte opposta per la prima volta Allegri si affida a un 4-3-3 puro, con Cambiaso largo a destra nel tridente completato da Kean e Chiesa. In difesa si rivede De Sciglio, sulla corsia mancina, a centrocampo Miretti viene preferito a McKennie. Nel laboratorio del primo tempo sono i padroni di casa a muoversi meglio: eccezion fatta per il tentativo su palla inattiva di Bremer è la Lazio, complice una pressione feroce, a costruire le palle gol migliori, entrambe con Castellanos, che non ripaga però la fiducia mostrata dall'ex guida dell'Hellas. Al 25' primo vero intervento di Szczesny che stoppa l'iniziativa di Felipe Anderson, imbeccato da un'azione sull'out sinistro. Tra gli ospiti l'unico a lasciare un segno tangibile è Chiesa, che nel suo ruolo naturale compie qualche sgroppata delle sue e va a un soffio dal gol prima dell'intervallo, con piattone su cui Mandas risponde presente.

 

 

 

Nella ripresa Allegri torna al passato rispolverando il 3-5-2 con Iling in campo per De Sciglio e McKennie per Miretti. Cambiaso a tutta fascia entra più nel vivo del match rispetto a un primo tempo in ombra e al 7' costringe Mandas a un altro intervento prezioso. La furia dei primi trenta minuti dei padroni di casa si esaurisce a poco a poco, la Juve prende campo ma la partita resta equilibrata e senza grossi sussulti, neanche dopo la girandola dei cambi. Almeno fino al 28', quando Immobile tocca indietro per Marusic che calcia di prima e trova la deviazione provvidenziale di Bremer. Il finale poi è tutto di marca biancoceleste: al 42' un diagonale di Luis Alberto finisce non lontano dal palo, sull'ultima azione il cross di Guendouzi viene raccolto di testa da Marusic - complice la mancata chiusura del Next Gen Sekulov, entrato negli ultimi minuti - e fa esplodere di gioia l'Olimpico. Rovinando la Pasqua di una Juve sempre più in crisi.

 

 

 

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