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Jannik Sinner, il "Santo" a Montecarlo: follia, quanto si paga per vederlo

Leonardo Iannacci
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Non siamo al Foro Italico di Roma ma sotto il sole che cuoce del Roquebrune Tennis Club di Montecarlo, dove tutti sono pazzi per Jannik, ammirato dai placidi signorotti del Principato che tifano con la stessa foga dei Carota Boys e venerato dalle centinaia di fans “pendolari” che arrivano qui in Costa Azzurra per lui.

I più scalmanati usano il trenino della felicità che, ogni mattina, sbarca il fiume dei Sinner-ultrà nella stazione di Roquebrune. La loro strategia è furba: dormono a Ventimiglia o Mentone in hotel alla portata, prendono il trenino (2 euro) e si dissanguano solo per i rari biglietti delle partite. Quelli sì, costano come lingotti d’oro: un abbonamento settimanale per il campo Ranieri III viene 1.500 euro, un giornaliero per un posto in loggione 120 euro. I bagarini gongolano.

 

 

 

Due signori di Varese hanno acquistato ieri i preziosi tagliandi per 490 euro, spiegando: «Abbiamo 65 anni, non vediamo un tennista italiano primeggiare dai tempi di Panatta. Si vive una volta sola». Tre ragazzi arrivati da Varese si accontentano: «Siamo in piedi dalle 3 di notte. Biglietto per le partite? Non l’abbiamo trovato, vedremo solo gli allenamenti», è il commovente racconto. Giorgio, imprenditore bolognese, dopo una settimana di vacanza a Malaga (per la finale di Coppa Davis) e l’altra a Melbourne (per l’Open d’Australia) ha fatto il tris: «Adoro Jannik, è il mio idolo. Organizzo le ferie in base ai suoi impegni».

 

 

 

La Sinner-mania è così, follemente contagiosa, una meravigliosa patologia: il ragazzo piace come pochi e quando si materializza a Roquebrune è inseguito, osannato, strattonato quasi fosse Mick Jagger o Taylor Swift. Non sarà il prossimo portabandiera alle Olimpiadi (Tamberi e Paltrinieri si contendono l’onore) ma Sinner è il simbolo, e numero 1, dello sport italiano nel mondo. E oggi il trenino della felicità farà ancora tappa, qui a Roquebrune.

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