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Sinner al Roland Garros, "terapie personalizzate". Anca, parla il luminare

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Sarà in campo a Parigi tra pochi minuti, Jannik Sinner: esordio al Roland Garros contro l'americano Christopher Eubanks, alle ore 11. E la parola d'ordine sarà prudenza. Massima prudenza.

C’è molta attesa per il rientro al Roland Garros del campione di tennis italiano dopo la decisione di non giocare gli Internazionali di Roma per il problema all’anca. "Non si hanno notizie precise in merito all’ infortunio del tennista italiano. Possiamo ragionare per ipotesi e immaginare una problematica a carico delle componenti dell’articolazione coxo-femorale e/o delle strutture tendinee limitrofe. Sicuramente la scelta di ridurre il carico di gioco è stata dettata dalla necessità di eseguire con calma le terapie idonee e personalizzate alla riduzione del dolore e dell’infiammazione, preservando al tempo stesso i tessuti e le strutture coinvolte dalla problematica", spiega all’Adnkronos Salute Andrea Bernetti, vice presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer).

 

 

 

"I trattamenti da proporre in situazioni di questo tipo sono molteplici e devono essere valutati caso per caso - continua il medico fisiatra - In generale vanno, solo per citarne alcuni, dall’esercizio terapeutico in acqua, alla terapia fisica strumentale (laserterapia ad alta intensità, onde d’urto, elettroterapia antalgica), alla terapia infiltrativa. In particolare quest’ultima prevede l’utilizzo dell’ecografia per una maggiore precisione nel condurre il trattamento. In questo caso - precisa - si possono utilizzare diversi dispositivi a base di acido ialuronico oppure anche il Platlet Rich Plasma o Prp, anche chiamata ’pappa piastrinica'. Il Prp è prodotto dalla centrifugazione di sangue autologo ed è ricco di fattori di crescita che stimolano la rigenerazione tissutale".

 

 

 

"Molto importante può essere poi l’analisi strumentale del gesto atletico con dispositivi tecnologici che, in caso sia opportuno, permettono di valutare la biomeccanica e l’ eventuale necessità di apportare dei cambiamenti nell’allenamento, nello stile di gioco e nell’attrezzatura utilizzata. Naturalmente stiamo parlando in generale e ogni singolo atleta rappresenta un caso unico da prendere in carico globalmente e in modo personalizzato", conclude Bernetti.

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