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Jannik Sinner, montagna di rimpianti e un dubbio: cosa lo tormenta dopo la sconfitta

Leonardo Iannacci
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Qui Parigi, Alcaraz-Sinner 6-4. Non è il risultato secco di un set giocato fra i nuovi Ettore e Achille del tennis mondiale ma il bilancio aggiornato ieri dei loro emozionanti confronti diretti in tornei dell’Atp. Lo spagnolo ne ha vinti sei, compreso quello di Bois de Boulogne che costituiva l’ultimo esame in ordine di tempo; l’italiano è rimasto fermo a quattro vittorie contro il murciano anche se partirà oggiper Sesto Pusteria con animo rasserenato per festeggiare il numero 1 del ranking. Lo farà con mamma Seglinde, papà Hanspeter e il fratello Mark.

Dopo cinque, incredibili ore di gioco, simili a una corrida più che a un incontro di tennis, la semifinale del Roland Garros è stata infatti vinta da Carlitos con il punteggio di 2-6, 6-3, 3-6, 6-4, 6-3. Ancora una volta Sinner è stato fermato sulla terra rossa che non è certo la sua superficie preferita ed è uscito dal centrale dedicato a Philip Chatrier con una montagna di rimpianti, doloretti sparsi e qualche dubbio. Per esempio quello relativo alla terza sconfitta di questo 2024 (a fronte di 33 vittorie) ma la seconda contro quel demonio di Alcaraz su due partite giocate.

 

AMMIRAZIONE
C’è ammirazione tra Jannik e Carlitos, si avverte dalle parole dello spagnolo: «Bisogna sempre trovare la gioia nella sofferenza, questa è la chiave», ha detto Alcaraz. «Ancor di più sulla terra, ancor di più al Roland Garros devi lottare e la sofferenza deve piacerti. È stata tra le partite in cinque set più dure della mia carriera, seconda solo a quella, sempre contro Jannik, agli US Open. Lui ha un team fantastico, spero di giocare ancora tante partite come queste. Entrambi abbiamo avuto i crampi ma ho imparato a gestirli dalla partita dello scorso anno con Djokovic. Nel quarto e quinto set è andata meglio, ho trovato fluidità». Se Alcaraz farà Bingo domani, vincendo il suo terzo Slam si porterà a casa la cifra pazzesca di 2.4 milioni di euro, se perderà la finale “solo” la metà. Questo è il tennis del nuovo millennio. Intanto Sinner guarda al lato positivo della sconfitta: «Ho compiuto un passo avanti su questa superficie. Ora vediamo le Olimpiadi (si giocheranno sempre a Parigi) che per me sono molto importanti.

Affidiamo, per una volta, alla cronaca il racconto antologico di questa disfida sfortunata. Il primo set è stato un assolo impressionante di Sinner che ha brekkato due volte Carlitos e si è portato sul 4-0. Non si è scomposto quando un fallosissimo ma contratto Alcaraz gli ha strappato il servizio: con millimetrici slice e colpi profondi, ha chiuso 6-2. Stesso copione all’inizio della seconda frazione? Lo spagnolo non è riuscito a controllare il rovescio e ha perso il servizio andando sotto di due game. Ma ha ritrovato subito fiducia, il suo solito tennis e la forza nelle braccia, scrollandosi i fantasmi iniziali. Risultato: 6-3 per il ragazzo di Murcia e un set pari. Nel terzo set Sinner, dolorante alla mano destra e in preda ai crampi che lo hanno mostrato visibilmente poco mobile sulle gambe, ha tirato fuori il suo spirito indomito, mai arrendevole e tenace nel difendere i propri turni di servizio.

 

INDOMITO
Non pago, è riuscito ad allungare: 3-2, poi 4-2 e persino 5-2 con cambi di strategia e longilinea mortiferi. Il 6-3 con cui il rosso di Sesto ha portato a casa la terza frazione è stato qualcosa di commovente e lo stesso Alcaraz, sempre alla ricerca di colpi ad effetto, è rimasto stupito. All’inizio della terza ora di gioco si è giocato il quarto set, quello che avrebbe potuto chiudere il conto a favore di Jannik. E invece è accaduto il contrario con un Sinner che è andato in riserva di energie, fisiche e mentali. Peccato, in quel decimo game che ha lanciato Alcaraz, lo smash sbagliato da Sinner sul 15-30, Errore che ha dato il via alla rimonta del rivale che ha riportato in parità l’esito dei set. Alcaraz è tornato impietoso nella quinta e decisiva frazione di gioco, vinta per 6-3 dove Jannik ha alzato bandiera bianca. Per il numero 1 del mondo un graffio emotivo che, però, non deve affatto immalinconire: dopo i guai all’anca, il lungo riposo e lo splendido Roland Garros giocato, Sinner deve tornare a casa e pensare che il futuro è nelle sue mani. E non soltanto perché è lassù, in vetta al mondo ma perché lo attende subito, a fine mese, la rivincita più suggestiva, lo Slam più romantico che ci sia: Wimbledon. Provaci ancora, Jannik.

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