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Gimbo Tamberi, la rivelazione dell'allenatore: "Alle tre di notte in discoteca..."

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Qualcosa è cambiato, nella testa e nel corpo di Gianmarco Tamberi. Lui, il dominatore del salto in alto e oro agli Europei di atletica di Roma con un fantascientifico 2.37 (e ancora, in apparenza, un bel margine di crescita), al Corriere della Sera ha ammesso di sentirsi in forma stratosferica: dimagrito, puntiglioso su qualsiasi dettagli, tirato a lucido, e tutto perché in mente ha solo una cosa, l'oro alle Olimpiadi di Parigi. "Un'ossessione - l'ha definita -, non un obiettivo".

In un colloquio con Repubblica, Antonio La Torre, il ct dell'Italia dell'atletica da record (qualcuno l'ha definita la squadra più forte e completa mai schierata nella nostra storia), esprime più o meno gli stessi concetti con la chiave dell'ironia.

 

 

 

"Io mi sarei precipitato in campo se Gimbo avesse messo l’asticella a 2,40", se la ride, sottolineando la condizione smagliante di Gimbo ma anche i timori per possibili infortuni, come quello drammatico del 2016. Perché sì, la mente di tutti è già ai Giochi 2024.

 

 

 

 "Lui ha mandato un messaggio già nel riscaldamento, saltando a 2,30, e in gara: 2,37 è qualcosa che Gimbo invia fino alla torre Eiffel", ammette La Torre. "Se qualche anno fa avesse saltato alle tre di notte in discoteca avrebbe fatto il record del mondo. Ora gli abbiamo rimesso a posto il sonno. Il Tamberi dell’Olimpico è stato un misto tra la sua anima Gimbo Rock, e il suo bisogno di mettersi spalle al muro, di succhiare tutta l’energia dal pubblico per andare oltre. È unico, chi conosce i dati degli allenamenti capisce che dobbiamo studiare ancora: dal sistema nervoso riesce a tirar fuori qualcosa che non riusciamo a spiegare".

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