Cerca
Cerca
+

Euro 2024, abbiamo avuto tanta fortuna: ecco perché adesso dobbiamo meritarcela

Esplora:

Fabrizio Biasin
  • a
  • a
  • a

Diventa stucchevole ricordare che abbiamo avuto culo e quindi non lo faremo anche se il dato di fatto è che ce l’abbiamo avuto, culo. Il fato ci ha regalato una grande occasione e se per caso siete appena sbarcati da Plutone vi spieghiamo di cosa si tratta: senza avere alcun merito ci siamo ritrovati nella parte del tabellone meno nobile - diciamo così - laddove i più forti sulla carta (Francia, Germania, Spagna e Portogallo) sono tutti dall’altra. Per dire, i Galletti se vogliono arrivare alla finalissima di Berlino, devono far fuori il Belgio che è brutto ma è pur sempre il Belgio, quindi presumibilmente il Portogallo e una fra Spagna e Germania, mica pizza e fichi. Noi invece siamo finiti in una sorta di immeritato tunnel culo-spazio-temporale che indicativamente passa dalla Svizzera, poi quasi certamente dall’Inghilterra e infine, boh, dall’Olanda? Insomma, una sontuosa botta del suddetto.


Questo ovviamente non significa che si debbano snobbare i nostri vicini di casa: giocano meglio di noi e sono usciti dal limbo-mentale che li ha storicamente bloccati. Fino a qualche tempo fa se la cavavano piuttosto bene ma avevano il complesso di inferiorità con le grandi d’Europa; ora, le grandi d’Europa, le battono (la Francia all’ultimo Europeo, l’Italia alle qualificazioni Mondiali). Ecco, da questo punto di vista sarà un ottavo non semplice per Lucianone Spalletti, perché quanto a probabilità di passare il turno si parte in una condizione di sostanziale equilibrio, ma se dovesse andarci male tutti diranno «minchia, passi perdere contro la Spagna dei fenomeni, ma non siamo riusciti neppure a battere gli orologiai». Sarebbe effettivamente una Caporetto.

 


Per evitare il finale da tregenda è bene ricordare che lor signori sono anche il nostro avversario più “tipico”: li abbiamo affrontati 61 volte (29 vittorie, 24 pareggi, 8 sconfitte), contro le 41 sfide con la Spagna, le 39 con la Francia, le 38 con l’Austria, le 37 con la Germania e così via. In qualche modo li conosciamo, giocano un calcio moderno e assai pragmatico, ma comunque non dispongono di alcun fenomeno (come noi del resto). E allora val la pena provare a darci un tono, ché l’umore è basso: «In Italia, per trent’anni e sotto i Borgia, ci furono guerre, terrore, omicidi, carneficine ma vennero fuori Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera non ci fu che amore fraterno, ma in 500 anni di quieto vivere e di pace che cosa ne è venuto fuori? L’orologio a cucù» (Harry Lime-Orson Welles, Il Terzo Uomo). Ci attacchiamo a questo.

 

 

 

Dai blog