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Pilato-Di Francisca: non è da quarto posto che si giudica un atleta

Fabrizio Biasin
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È successa questa cosa piuttosto fastidiosa e sciocca della quale avrete sentito parlare in spiaggia, al bar, al lavoro, in carcere, ovunque vi troviate. E stiamo parlando della nuotatrice azzurra Benedetta Pilato che termina la sua gara nei 100 rana, arriva quarta per un dannatissimo centesimo di secondo, esce dalla vasca, inizia a piangere. E allora tu pensi: «Ecco, povera, ci è rimasta male». Ma lei ti dice così: «Sono troppo contenta, è stato il giorno più bello della mia vita». Questa cosa dovrebbe essere sufficiente per pensare «Minchia, brava! Così si fa. Che grande lezione ci dà codesta pischella di 19 anni!».

E invece no, partono gli approfondimenti, le analisi, i bla bla e spunta in video Elisa Di Francisca, già campionessa della scherma del genere che a suo tempo vinse questo e quel mondo. Chi meglio di lei dovrebbe capire come ci sente pochi minuti dopo una cocente delusione olimpica? Nessuno. E invece, interrogata a proposito delle parole della Pilato, dice così in diretta su Rai1: «Non ho capito niente, ci fa o ci è? Fate un’altra intervista per capire cosa voleva dire, con i sottotitoli. Sinceramente non l’ho capita.

Ci è rimasta male, obiettivamente male. Non è possibile. Questa intervista è surreale. È assurdo, ma che ci è venuta a fare? Io rabbrividisco, dico solo questo». Apriti cielo! Si incazzano praticamente tutti. E “tutti” lo traduciamo con “tutti sui social”, ma non solo. Il grido è unanime e fa più o meno così: «’A Di Franci’, che stai a dì». E non è che ci sia chissà cosa da aggiungere, ma almeno una mezza dozzina sì.

 

 

Un quarto posto all’Olimpiade è un porca miseria di grande risultato. Se ipotizziamo che sul Pianeta Terra risiedano attualmente 8miliardi di umanoidi, significa che ’sta ragazza nella sua specialità è riuscita a metterne alle spalle 7miliardi 999 milioni 999mila 996. A 19 anni avrà il diritto di non sentirsi una fallita anche se non ha vinto una medaglia. No? È possibile che la Pilato pensasse davvero quel che ha detto, oppure no, ma il punto non è questo. Il punto è che un secondo dopo aver preso una bastonata sulla capoccia (un centesimo di secondo è pura sfortuna!) non ha detto «odio tutti, spero che vi venga la gotta» ma «sono felice». Se anche era una balla ha dato una dimostrazione di misura e grandezza. Accettare la sconfitta nel presente è il modo migliore per programmare la vittoria nel futuro. E anche questa l’abbiamo scritta.

Federica Pellegrini, una che ha vinto tutto epperò quando non vinceva veniva punzecchiata, ieri ha scritto così: «Le medaglie pesanti arriveranno, lasciamola sognare ciò che vuole». Perfetta. Ci si deve allenare anche a stare in tv. Così come i grandi atleti (in genere gli ex calciatori) dicono ai giornalisti «Voi che non siete mai stati negli spogliatoi non potete capire...», così noi ci permettiamo per una volta di dare una lezione: certe uscite vanno pesate e dette nella maniera più opportuna. Sbrodolare in faccia a uno sconfitto una frase come «Non ho capito niente, ci fa o ci è» significa passare immediatamente dalla parte del torto. Non ci viene in mente una sesta cosa ma era bello scrivere “mezza dozzina”.

E chiudiamo con un tris di dichiarazioni. La Di Francisca ha fatto sapere di aver parlato direttamente con la Pilato: «Io le cose che ho detto le ho dette in buona fede. Spiegazioni devo darne solo ai diretti interessati, quindi ho parlato al telefono con Benedetta, le ho spiegato le mie ragioni che possono essere travisate, non tutte le persone pensano allo stesso modo». Il papà della Pilato non gliele ha mandate a dire: «...E noi Tarantini dovremmo farci scalfire dai commenti ironici e dalle smorfie della Di Francisca?

Noi che ogni giorno lottiamo contro gli ostacoli e i problemi che il nostro territorio ci mette davanti. Io alla Signora non chiedo nulla, per assurdo non chiedo neanche le sue scuse. Perché so che non servirebbero a nulla. Ormai il suo messaggio è passato ed è inesorabile e senza ritorno. Grazie a tutti voi che avete preso le distanze da tale disgusto». La diretta interessata, invece, si è limitata a ringraziare: «...Grazie a chi c’è stato, ha sognato, pianto tanto e riso con me quest’anno. Alle persone meravigliose che siete e alla persona migliore che mi avete fatto diventare. Vi voglio bene». Una lezione di stile.

 

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