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Jannik Sinner, rumors sul caso-Clobesol nel giorno della finale: "Estesi i termini del ricorso"

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Stasera un ragazzo di Sesto Pusteria reduce da nove mesi che avrebbero potuto dapprima esaltarlo come un toro e, poi, farlo ruzzolare nei meandri della disperazione (ma lui, Sinner Jannik, di professione campionissimo non si è mai fatto turlupinare dalla vittorie né abbattere dalla sconfitte, proprio come insegna il poeta Rudyard Kipling), giocherà nuovamente per la gloria. Gloria che nel tennis significa conquista d’un major, ovvero di uno di quei quattro tornei denominati Slam che scolpiscono nel marmo la grandezza di un tennista. Quella di stasera è la seconda finale Slam dell’anno per Jannik dopo quella di Melbourne, l’ottava giocata nella storia da un tennista italiano (prima di Jannik toccò a De Stefano, Pietrangeli due volte, Panatta e Berrettini).

Nella semifinale ricca di brividi giocata venerdì in un Arthur Ashe Stadium caldo e uggioso, Sinner ha piegato l’amico Jack Draper, numero 25 del seeding, in tre set (7-5, 7-6, 6-2 il punteggio da consegnare agli archivi). Una vittoria stasera contro il pivot americano Taylor Fritz, numero 12 del ranking, uno che a Flushing Meadows ha fatto fuori Berrettini, Rune, Zverev e, in semifinale, Tiafoe (4-6, 7-5, 4-6, 6-4, 6-1), concretizzerebbe una soddisfazione doppia per Jannik perché eguaglierebbe Carlitos Alcaraz nel computo dei major conquistati nel 2024: lo spagnolo, di un anno più giovane, ha vinto il Roland Garros e Wimbledon approfittando anche delle umane distrazioni che hanno coinvolto Jannik per l’afL’abbraccio a 500 250 faire-doping. Sinner gli risponderebbe infilando in bacheca la coppa dell’US Open dopo quella degli Open d’Australia.

Flushing Meadows è quindi ai piedi e nelle mani di Sinner anche se i numeri sarebbero già mostruosi oggi, a testimonianza della grandezza dell’azzurro: nel 2024 ha cinque trofei in bacheca (Australian Open, Rotterdam, Miami, Halle e Cincinnati), ha vinto 54 partite perdendone 5 e, cosa ancor più stupefacente, con la vittoria ottenuta contro Draper ha infranto l’incredibile barriera dei 10 mila punti ATP. A fine anno, poi, è pressoché certo che il rosso di Sesto chiuda da numero 1 del ranking.

UOMO DI POLSO
L’australiano Draper (LaP) Tuttavia negli ultimi incredibili nove mesi Jannik è stato un re che ha vissuto temporanei momenti bui: il lungo stop per il dolore all’anca, il malore nei quarti di Wimbledon, la tonsillite che lo ha costretto a rinunciare alle Olimpiadi, infine l’affaire-Clobesol lo hanno fatto soffrire ma anche fortificato anche.

La semifinale contro Draper è stata a suo modo drammatica: per il mal di stomaco dell’inglese e il suo vomito alternati al polso dolorante di Jannik dopo una caduta che ha tenuto con il fiato sospeso. L’italiano ha tennisticamente faticato nei primi due set, non nel terzo: ha messo a segno 11 ace e 2 doppi falli, il 65% di prime in campo con il 77% dei punti portati a casa oltre a un 74% di punti vinti con la seconda. Ha sfruttato 4 palle-break su undici chiudendo con 43 vincenti a fronte di 34 errori gratuiti: 29 contro 43 dell’amico Draper che ha commentato, distrutto, alla fine: «Un difetto di Jannik? Non ne ha ha, anzi uno sì: è troppo buono...». 

A proposito della finale di stasera Taylor Fritz (numero 12 del seeding) ha chiarito: «Parto sfavorito ma posso battere il numero 1 del mondo». E Jannik: «Sarà una finale speciale. È una bella sensazione; ho fatto tanti buoni risultati tra Melbourne e New York, ho passato momenti positivi e altri non semplici. Tutte le finali, in qualsiasi torneo, sono speciali ma quelle del Grande Slam sono diverse. Il polso? Ho avuto paura ma ora è tutto ok». In previsione di un trionfo di Jannik persino Kyrgios, il perfido Jago che aveva avvelenato l’italiano nella vicenda doping, ha fatto una goffa marcia indietro: «Contro Draper mi è piaciuto e le cose sul Clobesol le ho dette solo per correttezza». Sic. Ma c’è un dettaglio da aggiungere a questa storia: pochi si sono dimenticati dei termini che la WADA, l’agenzia mondiale antidoping, si era data per presentare appello contro la sentenza sul caso Clobesol. Opinione generale era che il limite fosse venerdì scorso ma secondo nuove indiscrezioni sembra sia stato allungato: WADA avrebbe tempo per riaprire il caso sino a domani, quando, a New York, sarebbe già stato assegnato lo scettro del vincitore. Magari proprio a Sinner. Sarebbe una colossale beffa. Non vogliamo neppure prendere in considerazione la cosa. Nick Kyrgios

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