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Jannik Sinner, Flavia Pennetta: "Nessuno ce l'ha con lui, ma troppe domande senza risposta"

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Il giorno della finalissima, la prima volta di un italiano all'ultimo atto dello Us Open. Si parla ovviamente di Jannik Sinner e dell'attesissima partita di questa sera, ore 20 italiane, contro Taylor Fritz: tutto pronto per scrivere un'altra, entusiasmante, pagina di storia del tennis azzurro.

Un torneo difficilissimo, però, per il ragazzo di San Candido. Un torneo aperto mentre era nel mirino per il caso-Clostebol, i sospetti di doping dai quali è stato subito assolto. Eppure, da Nick Kyrgios in giù, in molti continuano a puntare il dito contro l'atleta, o meglio contro un sistema-tennis che non offre le medesime garanzie a tutti i campioni.

E in un'intervista al Giornale, Flavia Pennetta - vincitrice a New York nel 2015 - parla anche di questo. Il tifo della Pennetta è tutto per l'altoatesino: "Jannik mi porto il trofeo e facciamo la foto col mio". Ma sul caso-doping, le riflessioni sono un pizzico più amare: nulla contro Sinner, ma qualche critica al sistema piove. 

 

Parlando della vicenda, Flavia Pennetta premette: "Giocare con quel problema è difficile, anche se non la definirei una cosa terrificante: se sei sicuro di te puoi farcela. Certo bisogna essere un giocatore eccezionale, perché resta sempre la paura che c'è qualcun altro che decide per te. E che può commettere un'ingiustizia". Quando le chiedono se ingiustizia è stata, l'ex tennista risponde: "Lo dico da atleta e non da commentatrice, e premetto che sono certa che sia stato un incidente. Però credo che il sistema abbia cannato, e questa è purtroppo la sensazione generale: il mood dei giocatori è che non tutti siano stati trattati allo stesso modo", ammette.

Quando le ricordano che però è stato un incidente, e la circostanza è stata ampiamente dimostrata, ecco che risponde: "Ripeto: nessuno ce l’ha con Jannik, non è una questione personale contro di lui. Ma è generale contro il sistema che purtroppo, in questo caso, non si è comportato come aveva sempre fatto. Ci sono troppe domande senza risposte: è giusto che ora sia sempre così? Cambieranno le regole? È stato così perché era in ballo un numero uno del mondo e magari c’era la pressione degli sponsor? Insomma: un bel disastro", conclude Flavia Pennetta.

 

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