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Jannik Sinner, siluro della Wada? Due giorni dopo, Nick Kyrgios... un pesantissimo sospetto

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Lo ha attaccato, diffamato, insultato e riempito di fango per settimane, in particolare agli Us Open, poi vinti. Ad attaccare e insultare è Nick Kyrgios, ormai ex tennista australiano, il bersaglio era ovviamente Jannik Sinner, il quale ha scelto di non rispondere, mai, alle follie dell'australiano.

Eppure, Kyrgios ha detto di tutto, in particolare su X, il social dove con una battuta di pessimo gusto aveva anche tirato in ballo Anna Kalinskaya, compagna di Sinner ed ex proprio dell'australiano. Insomma, ha rimediato più di una pessima figura.

Poi, ieri - domenica 29 settembre - ecco l'ultima bomba. Non di Kyrgios ma della Wada: l'agenzia anti-doping farà ricorso contro la decisione dell'Itia di prosciogliere l'altoatesino. Un ricorso a sorpresa, anche perché più volte dalla Wada era trapelata la volontà di non procedere. Eppure è andata esattamente all'opposto: ora Jannik rischia una squalifica, la Wada (la cui credibilità è compromessa da tempo) chiede uno stop da 1 a 2 anni. Sinner si è detto ovviamente "dispiaciuto", ha ribadito di non aver fatto "nulla di male" e ha aggiunto di voler andare avanti "a testa alta", e ci mancherebbe altro. Nicola Pietrangeli, e come lui tantissimi altri, hanno attaccato in modo durissimo la Wada. Ma Pietrangeli ha messo nel mirino anche Kyrgios, bollato come uno "stupido geloso e invidioso".

 

Ecco: e Nick Kyrgios? Bene, l'australiano, dopo settimane di fango e insulti, dopo la decisione della Wada di presentare ricorso contro Sinner non ha ancora detto una parola. Nella serata di lunedì 30 settembre ancora non si registravano reazioni, commenti o deliri vari dell'australiano su X, il suo terreno elettivo. Un silenzio che, francamente, in pochi si aspettavano. Un silenzio rotto soltanto a caldo, su Instagram, dove ha scritto: "Forse non era così innocente, dopo tutto...". Forse Kyrgios ha capito di aver esagerato, di aver sostenuto qualcosa di difficile da sostenere? Difficile immaginarlo. Forse, più prosaicamente, Kyrgios preferisce il silenzio. almeno su X: troppo indigesta, inspiegabile, la decisione della Wada. Troppo diffusa la rabbia nei confronti dell'agenzia, mondo del tennis compreso, per sposare, almeno pubblicamente, la decisione di proseguire la crociata contro Jannik Sinner.

 

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