Jannik Sinner ko con l'ex numero 301: "Mi chiedo come ho fatto"

di L. P.martedì 6 maggio 2025
Jannik Sinner ko con l'ex numero 301: "Mi chiedo come ho fatto"
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Nelle prequalificazioni di Roma, sei anni fa, un giovanissimo Jannik Sinner perse nelle prequalificazioni contro Andrea Basso, ex numero 301 Atp, che ha appeso la racchetta al chiodo da quasi tre anni, quando ne aveva 28. Uno dei pochissimi italiani in grado di sconfiggere Sinner, che nei derby a livello Atp ha un bilancio immacolato di 14-0.

Proprio Basso ha raccontato quella sfida a Tuttosport: "Uno dei più belli sicuramente (della carriera, ndr) è quella vittoria contro Sinner a Roma, ma c’è anche una partita in un Challenger a Genova a cui sono molto legato — ha raccontato — Forse sono ancora un po’ più legato a quella di Genova, essendo casa mia, anche se anche quella con Jannik è stata una gran bella partita".

Di quella partita “ho vissuto una partita normale, oggi però mi chiedo come ho fatto — ha aggiunto — Jannik aveva i suoi punti di forza, ma anche quelli di debolezza: si vedeva che possedeva qualcosa in più degli altri, ma così tanto ‘in più’ probabilmente era difficile capirlo. Mi aveva impressionato molto di più la settimana prima, ad Ostrava. Eravamo insieme a un Challenger e lì faceva paura: si giocava su terra outdoor, pioveva tutti i giorni, ma lui sembrava giocasse sulla moquette. Faceva un altro sport”. 

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“Devo dire che ho basse aspettative in questo torneo. Sono stato fermo così a lungo e non ho alcun feedback...

A Roma invece “forse era arrivato con qualche acciacco dalla settimana precedente — ha ricordato ancora Basso — Ricordo che prima del match eravamo entrambi abbastanza tranquilli, perché è vero che al vincitore sarebbe spettato un posto in tabellone, ma probabilmente anche allo sconfitto, perché Seppi poi entrò a sua volta nel main draw, liberando una wild card che andò quindi a Jannik. A cena infatti eravamo seduti vicini, a un certo punto l’ho visto esultare e lì ho capito".

Quella volta, ciò che dava fastidio a Jannik “erano i cambi di ritmo soprattutto, dove non era molto a suo agio — ha concluso l’ex tennista — Il fatto che fossi mancino mi aiutava ad arginare un po’ il suo rovescio. Poi probabilmente Jannik non era nemmeno al 100%, durante la settimana aveva avuto problemi alla schiena e si vedeva durante il terzo set che faceva fatica. Sicuramente non era come adesso che se gli fai uno slice si gira di dritto e ti tira un frigorifero o che se gioca una palla corta la mette sempre sulla riga".