Da Julio Cesar su Messi a Sommer su Yamal. La storia fa giri immensi e poi si ripresenta per vedere se qualcuno l’acchiappa. Ebbene sì. Come Julio Cesar aveva studiato quei tiri a giro di Messi nel 2010, anche Yann ha analizzato le conclusioni jazz di Yamal. Lo ha detto lui. Che svizzero. Gli hanno sempre detto che era basso per giocare a questi livelli senza accorgersi che a questi livelli ci ha sempre giocato. Solo che lo ha fatto in squadre che non lo raggiungevano: il Basilea, il Borussia Mönchengladbach, la Svizzera. È servita una vacanza sugli sci di Neuer per racimolare la grande occasione, ma anche il Bayern Monaco lo ha preso con quel pregiudizio, abituato come era a un gigante. Sommer era un tappabuchi che avrebbe fatto il titolare solo per qualche mese, per poi accomodarsi in panchina.
Poi è arrivata l’Inter di Ausilio che l’aveva lì, come si dice in gergo. Lo voleva da tempo e non ha avuto alcun dubbio. Ci si domandava come mai si trattasse a oltranza con il Bayern per un affare piccolo, da 6 milioni più qualche bonus: ecco la risposta. Sommer era da Inter. Era da top club. Uno e ottantatré. Sommer è meno alto di tutti i colleghi che giocano a cento metri da lui, ma non ne ha mai fatto un problema.
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Tra gli eroi interisti del 4-3 più bello di sempre in Champions League c’è lui, Francesco Acerbi, os...Lo hanno fatto gli altri. Lui l’ha presa con filosofia... e scienza. Yann è il tipo di professionista che prova gli occhiali stroboscopici per migliorare i riflessi. Un innovatore. Intelligenza sopra la media per parare e giocare il pallone sopra la media. È un fuoriclasse nelle cose che rimangono invisibili: il linguaggio del corpo che infonde sicurezza ai compagni, ad esempio. Poi, ecco, quel che fa con i piedi è semplicemente impressionante e chi lo dà per scontato, beh, è perché Sommer lo ha abituato bene. Destro o sinistro non fa differenza. E la giocata è sempre la migliore.
Un uomo in più perché gioca con gli altri dieci e perché poi fa anche il portiere che para. Ci si accorge ora di Sommer perché è sempre stato uno troppo normale in un mondo in cui i portieri devono essere sempre un po’ pazzi. Anche gli interisti ci hanno messo un po’anotarlo, dimenticando che i portieri forti sono quelli che non si fanno notare. Se poi fa anche prodezze come quella su Yamal, allora ti porta in finale di Champions. E, si badi bene, nemmeno quella su Eric Garcia è normale. García avrebbe potuto tirare più in là, ma comunque tira dove Sommer in teoria non può arrivare e, soprattutto, con un’inerzia tale per cui Sommer in teoria non può parare. Invece Yann ci arriva pur avendo perso appoggio con il piede che dovrebbe spingerlo fino a lì e para dietro la linea del proprio corpo. Contronatura ma non in certe notti. E non per un gigante da uno e ottantatré.