Oggi Jannik Sinner tornerà a essere tennista incontrando sul Centrale del Foro Italico l’argentino Mariano Navone, numero 99 del ranking. Ne parliamo con Renzo Furlan, ex Top 20, poi eccelso coach di big (Schiavone, Bolelli e Jasmine Paolini) e ora opinionista di Sky che trasmetterà l’incontro alle 19.
Che Jannik vedremo?
«Concentrato e desideroso di capire quale è il proprio reale valore dopo 90 giorni di stop».
Problemi che può incontrare?
«Pochi. Forse il ritmo gara, soprattutto i primi game nei quali potrebbe provare una tensione comprensibile dopo tutto quello che è successo».
Come lo ha visto negli allenamenti dei giorni scorsi al Foro?
«Bene anche se penso abbia un po’ simulato. Non è un mistero che i suoi colpi di rimbalzo siano sempre eccelsi ma ho intravisto anche miglioramenti».
Ad esempio?
«Negli ultimi tempi ha messo su un servizio notevole che lui assicura essere ancora migliorabile. Quante volte la prima palla lo ha salvato in curve pericolose dei match?».
Altri dettagli?
«Rispetto a un tempo va più spesso a rete. Poi cerca il drop-shot per confondere le idee all’avversario, chiamarlo a rete e poi trafiggerlo».
Cos’altro la sorprende di Sinner?
«La sua incredibile velocità dei piedi pur essendo alto 1 metro e 93 centimetri. Questo lo porta ad anticipare i colpi».
Il suo peggior rivale? La terra battuta?
«Stiamo parlando di un livello tale di eccellenza che non vedo molti limiti. Non dimentichiamo che lo scorso anno Jannik arrivò in semifinale al Roland Garros e la perse al quinto set contro un Alcaraz scatenato».
Il caso Clostebol è alle spalle?
«La Wada ha fatto un’immensa porcheria con Sinner. Addolorano certe cose dette ma so che alla fine Jannik non le legge nemmeno sui giornali e non si fa condizionare».
È uscita l’indiscrezione che lei potrebbe sostituire Cahill a fine stagione.
«Una sciocchezza. Solo perché ho detto che, dopo la Paolini, mi piacerebbe allenare un tennista».
Sinner re di Roma?
«Lui e Musetti sono i favoriti ma vedo altri tre giocatori che possono farcela: Alcaraz, Ruud e Rude».
E Zverev?
«Dopo lo Slam australiano perso in finale lo vedo un po’ appannato».
Che effetto le fa veder giocare Jasmine Paolini? L’ha allenata sino a poco tempo fa.
«Un piacere immenso. Nove anni con lei sono stati fantastici e siamo rimasti in ottimi rapporti, le cose possono finire e le strade dividersi. È naturale. Spero faccia una grande stagione».
In questi mesi non è parsa un po’ giù di forma?
«Sbagliate a dirlo, andate a vedere cosa ha combinato all’inizio del 2024: andava sempre fuori al primo turno ma poi è esplosa: ha vinto a Dubai, è arrivata in finale a Parigi e a Wimbledon, ha vinto l’oro olimpico nel doppio e la Billie Jean King’s Cup. Ripetere il 2024 è difficile ma sarà un’annata notevole».
Jasmine regina di Roma il 17 maggio?
«Perché no?».
Ha possibilità di vincere uno Slam?
«Non mi meraviglierei se conquistasse il Roland Garros come fece Francesca Schiavone nel 2010, quando la allenavo».