Milan senza più alibi: è tutto da cambiare

di Claudio Savelligiovedì 15 maggio 2025
Milan senza più alibi: è tutto da cambiare
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Il calcio italiano ha una grande in più. È il Bologna che gioca questa finale gestendo lo sforzo, in parte, snaturandosi. Non va subito al massimo subito per evitare di bruciarsi e rimanere senza energie per i momenti che contano di più: il quarto d’ora dopo l’intervallo dove infatti alza l’intensità quanto basta per segnare quasi di sfondamento con Ndoye e il finale in cui difende a cinque. È entrata in campo l’intelligenza di un allenatore che aveva perso tre finali perché le aveva giocate al contrario rispetto a questa, partendo a cannone e rimanendo fedele alla sua idea di gioco offensiva fino alla fine. Ma imparare dagli insuccessi è ciò che fanno i grandi e Italiano lo sta diventando.

Aveva intravisto le fratture nello schieramento del Milan che di nuovo tendeva ad allungarsi, come accadeva prima del cambio di modulo. D’altronde i problemi di questa squadra sono ben più profondi ed è ovvio che riemergano in una finale, perché il calcio sa essere giusto e premiare un club che sta lavorando bene come il Bologna e punirne uno che sta lavorando male come il Milan.

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Un gruppo di lavoro serio non dovrebbe cambiare idea in base a un risultato, pur importante, ma i tifosi del Milan si augurano che ciò accada. Perché la dirigenza rossonera, in particolare Furlani, si era convinta in queste settimane che andasse bene così, che non ci fosse bisogno di un cambio nell’assetto della squadra dirigenziale, che la colpa è stata fin dall’inizio degli allenatori che non erano all’altezza.

È l’ultima occasione per farsi un esame di coscienza e ammettere che c’è bisogno di una mano da fuori e di limitare i propri compiti. Se così non sarà, se non arriverà il direttore sportivo, il Milan perderà altre finali. O forse non ci arriverà proprio più.