Il 4° scudetto della storia del Napoli è la certificazione del successo di Aurelio De Laurentiis: un Davide che ha sempre lottato contro i Golia del campionato. Un presidente che, pur non avendo la forza economica di Juve, Inter e Milan, è riuscito a portare i partenopei nell’Olimpo del calcio nazionale (oltre ai 4 titoli tricolori, 2 Coppe Italia e una Supercoppa Italiana) e internazionale (una semifinale di E-League e un quarto di finale di Champions, due anni fa).
Una società fallita nel 2004 è tornata ai fasti di un tempo, grazie alle intuizioni di un dirigente che alcuni definiscono antipatico, ma che vince e continua a farlo, grazie alle sue giuste intuizioni. La scelta di due tecnici, prima Spalletti e poi Conte, “condottieri” dei titoli del 2023 e del 2025, è figlia di una logica perfetta: quella di affidarsi ad allenatori manager e capaci da anni di “masticare” calcio. Il patron ha fallito una sola stagione dal 2004, a conferma che è diventato un grande esperto di calcio. Scelte che partono da lontano e che sono state sempre lungimiranti. I primi anni in A, dopo l’inferno della C e dellla B, affidandosi ad un dirigente capace come Pier Paolo Marino e a un tecnico concreto come Reja, hanno creato le basi per i successi di oggi.
La Champions raggiunta con Mazzarri con una Coppa Italia in bacheca, il salto qualitativo con mister Benitez (con il conseguente arrivo di campioni quali Callejon, Higuain e Reina) e altre due Coppe in bacheca, la sorprendente scelta di Sarri allenatore, che col Sarri-ball incantò l’Europa senza però mai vincere un trofeo. Con il rimpianto di uno scudetto “perso in albergo” nonostante la cifra record di 91 punti in classifica. E infine la scelta di Giuntoli, talentuoso direttore sportivo, mago delle plusvalenze (do you know Kvaratskhelia?). Ma vuoi vedere che Aurelio ha aperto un ciclo destinato a continuare?