La rissa Acerbi-Spalletti: ecco il vero motivo

di Claudio Savellilunedì 2 giugno 2025
La rissa Acerbi-Spalletti: ecco il vero motivo
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 Il caso Acerbi che caso in realtà non è - semplicemente un giocatore che non risponde alla convocazione, essendo stato prima escluso dal progetto, nei fatti e pure nelle parole, e poi chiamato solo per marcare Haaland torna utile solo per alleggerire l’attenzione sulla prima e già decisiva partita del girone di qualificazione ai Mondiali. Se l’Italia perde venerdì a Oslo, in casa della Norvegia che già ha giocato e vinto le prime due partite (per noi, complice la Nations League, è invece la prima), sarà difficile raggiungere il primo posto, l’unico che offre la qualificazione diretta. E a quel punto ci ritroveremmo per la terza volta consecutiva nell’inferno degli spareggi che, a prescindere dalla formula, fanno una grande paura.

Quindi va preso il poco di buono della questione Acerbi. «Ne prendiamo atto e si va avanti», spiega il ct cercando di dissimulare il fastidio senza riuscirci del tutto con quel «ci sono altri calciatori meritevoli della nostra attenzione». Il fatto strano non è il due di picche di Acerbi - anche se poteva declinare settimane fa, quando il ct lo aveva preallertato circa la convocazione - ma che un giocatore fermamente escluso dal progetto venga richiamato per giocare una partita.

FUTURO
Perché questo era: Acerbi per marcare Haaland. Nulla di più. Difficilmente il difensore 37enne dell’Inter sarebbe rientrato nei convocati dell’eventuale Mondiale ma, più che il futuro, pesa il passato. Acerbi, infatti, non le ha mandate a dire e ha spiegato via Instagram che il motivo del rifiuto è essenzialmente Spalletti: «Se il rispetto da parte di chi dovrebbe guidare un gruppo viene a mancare, preferisco farmi da parte. Non resto dove non sono più voluto davvero ed è chiaro che non faccio parte del progetto del ct.

Come ho detto stamattina al ct, la mia decisione non è definitiva né dettata dalla rabbia o dalla “depressione” per una finale Champions persa».
Certo è che un progetto serio non rinnega una filosofia di fondo per una partita. È tipicamente italiano cercare una scorciatoia per vincere una partita decisiva, piuttosto che passarci attraverso con le idee immesse in circolo in quelle precedenti. Spalletti era stato chiaro su Acerbi mesi fa: troppo vecchio per reintegrarlo. Non è stato coerente per paura di perdere il Mondiale? Il paradosso, poi, è che al posto di Acerbi il ct decide di non convocare nessuno, quasi per ripicca. Nemmeno Mancini, reduce da un grande finale di stagione nella Roma in quel ruolo già orfano di Buongiorno, convocato nella speranza di una risurrezione prontamente smentita dal primo allenamento, infatti al suo posto è stato chiamato Ranieri della Fiorentina.

A questo punto il candidato alla marcatura del vichingo non è un marcatore, ovvero Gabbia che quantomeno ha giocato al centro di una difesa a tre nell’ultimo periodo al Milan. La difesa a tre che è stata il punto di ripartenza post-Europeo è ora priva di specialisti, se non Bastoni che non sarà certo felice di giocare a pallone questa settimana. Anche davanti bisognerà cambiare qualcosa e la convocazione di Orsolini in questo senso è un segnale.
Questa pausa disgraziatamente infilata a fine stagione con la Norvegia già avanti di due partite è una follia di cui non si parla perché è un attimo trasformarla in un alibi. C’è “la” partita di questo biennio. «In Norvegia ci giochiamo il Mondiale», aggiunge Spalletti. Inutile nascondersi. Si spera solo che, come spesso accaduto nella storia dell’Italia, la polemica porti fortuna.